Israele, cade il governo guidato da Netanyahu. Il Paese si prepara alla quarta elezione in due anni

di Redazione

Il governo di unità nazionale non è riuscito ad approvare la legge di bilancio entro il 23 dicembre, una condizione che per legge rende necessarie nuove elezioni

La coalizione di governo alla guida di Israele non è riuscita ad approvare la legge di bilancio, un obiettivo che doveva essere raggiunto entro la mezzanotte del 22 dicembre. E così, come stabilito dalla legge israeliana, la conseguenza non può che essere lo scioglimento automatico del Parlmento. La coalizione che guida il Paese è composta dal premier Benjamin Netanyahu e dal suo rivale Benny Gantz, al momento ministro della Difesa. La data più probabile che verrà fissata per le nuove elezioni è quella del 23 marzo. Saranno le quarte nel giro di due anni.


Il governo di unità nazionale era nato lo scorso maggio, dopo l’alleanza stretta tra il Likud, il partito di conservatore-liberale guidato da Netanyahu, e il Kahol-Lavan, alleanza politica riunita attorno a Gantz più spostata verso il centro. L’idea dei due leader era quella di mettere da parte i conflitti e unirsi per combattere insieme l’epidemia di Coronavirus. La mancanza di un accordo sulla legge di bilancio non è solo una formalità ma l’ultima fase di una crisi più ampia nata negli ultimi mesi tra le due coalizioni.


Intanto nel Paese il virus sta diventando sempre più forte, tanto che il ministro della Salute Yuli Edelstein ha annunciato che la terza ondata è già arrivata e che non ci sarà scampo da un nuovo lockdwon: «Siamo in una situazione critica. Abbiamo sprecato tempo prezioso e il livello delle infezioni è tale che non abbiamo altra scelta che andare in lockdown. Abbiamo raggiunto un tasso di positività di oltre il 5 per cento e il tasso di riproduzione si attesta all’1,3. Va detto, siamo entrati nella terza ondata».

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