Crisi di Governo, Boccia ai renziani: «Eletti con il Pd: votino con noi». Zingaretti: «Porta aperta a chi vota la fiducia»

I renziani continuano a lanciare segnali di apertura a corrente alternata, ma le forze di maggioranza ribadiscono di non voler più discutere né mediare. Calenda e Della Vedova pronti al sostegno ma richiedono un cambio della premiership. Renzi: «Noi non voteremo la fiducia, non faremo la stampella del governo»

Sullo sfondo, il fruscio delle sfere del pallottoliere che continuano a spostarsi unito al ticchettio dell’orologio che separa l’esecutivo, ma soprattutto la premiership di Giuseppe Conte, dall’ora della verità data dai due voti di fiducia cruciali per la tenuta del Governo. Il primo appuntamento, che desta preoccupazione in misura minore, è previsto per domani, 18 gennaio, alla Camera dei Deputati. Ma i timori crescono per il voto di martedì 19 gennaio al Senato: l’obiettivo di riuscire a raggiungere la soglia dei 161 voti a favore appare irrealistico, stando alle dichiarazioni delle differenti forze politiche e dei singoli esponenti.


Saltato l’appoggio dell’Udc, dopo la “ritirata” di Clemente Mastella dopo lo scontro con Carlo Calenda, l’operazione responsabili (o “costruttori”, che dir si voglia) si complica e continua ad andare al ribasso. Più verosimile sembra infatti la possibilità di ottenere una maggioranza oscillante sotto quota 153-154 voti, che dunque si reggerebbe su astensioni e assenze. Basterà per la tenuta dell’esecutivo? Non è detto. Ma soprattutto: Conte deciderà di far saltare la tecnica del wait and see salendo al Quirinale per rassegnare le dimissioni ancor prima dell’inizio della conta in Parlamento? Al momento, ogni scenario è aperto.


Rosato: «Mai ritirato la mano tesa verso il Governo»

Uniche certezze sono le dichiarazioni incandescenti che arrivano via via, l’una in risposta all’altra, dall’una e dall’altra parte. Da un lato il coordinatore di Italia Viva Ettore Rosato che ribadisce come i renziani non abbiano «mai ritirato la mano tesa verso il Governo», ma al contempo punzecchia Conte, sulla scia delle dichiarazioni di Matteo Renzi, secondo cui senza Italia Viva il premier «non avrà i numeri». «Se vuole risolvere la crisi lo fa in un pomeriggio. Se pensa di aver fatto tutto bene, andasse avanti – incalza Rosato ai microfoni di SkyTg24 -. Se è pronto a mettere sul tavolo una riunione con le forze politiche per la soluzione, la crisi si risolve in due ore: ma non succederà», dice Rosato.

Di Maio: «Non lasceremo mai gli italiani nelle mani di persone irresponsabili»

Ma a levare gli scudi attorno al premier e all’esecutivo, ancora una volta, c’è la maggioranza di Governo. Il Movimento 5 Stelle, attraverso le parole del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sembra non lasciare spazio a possibili passi indietro e di mediazione con i renziani. «Non lasceremo mai gli italiani nelle mani di persone irresponsabili – scrive Di Maio su Facebook -. Dobbiamo difendere il diritto alla salute dei cittadini. Bisogna sostenere autonomi, commercianti, partite Iva, chi porta avanti il Paese creando occupazione e posti di lavoro. Il MoVimento 5 Stelle è compatto. Mentre c’è chi prova a distruggere, noi ci impegniamo a ricostruire».

Ma Renzi e Italia Viva son stati anche messi alla porta anche dagli ex colleghi del Partito Democratico, riunitosi oggi per la direzione nazionale e da quelli di LeU, secondo cui «Italia Viva persiste nella sua tattica sempre più cinica – sottolinea la senatrice Loredana De Petris -. Dopo aver provocato la crisi nel momento peggiore per il Paese, ora cerca di rientrare in gioco dicendo che si potrebbe risolvere la situazione in due ore, ovviamente piegandosi al ricatto. È solo un tentativo di addossare ad altri responsabilità che sono esclusivamente di Renzi».

Zingaretti: «Impossibile collaborare con la presunzione», e lancia l’appello ai liberali europeisti

Parallelamente, il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha ribadito «l’impossibilità di collaborare con la presunzione». «Una cosa è rilanciare, rinnovare, cambiare, mettersi in discussione – sottolinea il segretario dem -, altra cosa è distruggere, avere un approccio liquidatorio, aprire una crisi al buio che rappresenta l’opposto della volontà di migliorare l’azione di Governo. Se non si rispettano le opinioni degli altri, avendo la presunzione di tenere in considerazione solo le proprie, allora viene meno la fiducia e la possibilità di lavorare insieme». E Zingaretti, infine, si è appellato alle forze liberali ed europeiste «che possono convergere nello sforzo di assumersi le proprie responsabilità in Parlamento». 

Calenda e Della Vedova: «Non indifferenti all’appello di Zingaretti. Ma non si vada avanti con Conte»

Un appello subito raccolto, per l’appunto, proprio da Carlo Calenda (Azione) e da Benedetto Della Vedova (+Europa) che si son detti «non indifferenti dall’appello di Zingaretti, affinché perché possano unirsi in vista del Recovery, del piano di vaccinazione e delle riforme sociali e del lavoro». «Anzi – proseguono – ci trova attenti e corrisponde alla nostra idea di un governo riformatore ed europeista, che con una nuova leadership e una nuova maggioranza possa affrontare in modo adeguato i prossimi mesi». Ma il fronte europeista pone un paletto, anzi il paletto: «l’esecutivo non dovrà essere guidato da Conte, arrivato al capolinea». «E come abbiamo chiarito – chiosano in una nota congiunta – siamo indisponibili al poco responsabile tentativo di cercare ad ogni costo in Senato una compagine raccogliticcia per un esecutivo di minoranza, ancor più clamorosamente inadeguato alle scelte da brivido che aspettano chi governerà l’Italia nei prossimi mesi». 

Renzi nel frattempo, nel pomeriggio, ha ribadito la sua linea anche durante la trasmissione di Lucia Annunziata, Mezzora in più. Voterà lo scostamento di bilancio, dice, ma non sosterrà l’attuale governo sulle scelte di fondo: «Io ho posto dei problemi politici e loro fanno telefonate per prendere senatori, lo facciano. Non voterò mai un governo che si ritiene migliore del mondo con 80 mila morti e che non prende il Mes». E si è detto sicuro che la maggioranza non ci sia: «Domani Conte viene in Aula. Noi gli avevamo chiesto “ritieni di cambiare qualcosa su quanto è stato fatto o nel governo? Il presidente del Consiglio ha risposto “ho il governo migliore del mondo”. A quel punto abbiamo chiesto possiamo metterci sulle cose da fare? Il presidente del Consiglio ha risposto di no, ha detto vado in Aula. Il portavoce del premier ha detto “asfaltiamo il premier”. E io non credo avranno la maggioranza».

Per ovvi motivi sarà chi siede sugli scranni al centro dell’emiciclo a fare da ago della bilancia: in quale misura non si sa, con quanti paletti neppure. Certamente la premiership è la principale questione di scontro. Ma tra molti non detti, non si può ancor mettere il punto a questa crisi di Governo, così come non può dirsi definitivamente segnato il destino di Giuseppe Conte.

Renzi: «Per me è l’Italia che rischia l’osso del collo»

In serata, ospite di “Non è l’Arena” (La7), Renzi ha criticato il premier sia per la volontà di tenere per sé la delega ai servizi segreti («Ennesimo segno di un modello democratico che viene messo in discussione», dice) sia per la sua ferma decisione di non chiedere il Mes. Il leader di Italia Viva non smentisce che gli sia stato offerto il ruolo di ministro degli Esteri, critica anche il Recovery e se la prende con la ministra Lucia Azzolina che non ha fatto i tamponi ma ha pensato ai banchi con le rotelle. «Per me è l’Italia che rischia l’osso del collo», ha tuonato. «Noi non voteremo la fiducia, non faremo la stampella del governo. Ma il giorno dopo voteremo per lo scostamento. Comunque in questo momento la maggioranza è possibile, non ci saranno elezioni anticipate […] Io ho avuto il coraggio che loro (il Pd, ndr) non ha avuto ma non per una dimostrazione muscolare», ha precisato.

Zingaretti: «Porta aperta a chi vota la fiducia»

Dagli studi di Live non è la d’Urso (Canale 5) risponde Nicola Zingaretti: «La porta per Renzi è aperta? Questo lo sa Matteo Renzi che ha fatto un errore, ha prodotto una ferita, una lacerazione, una rottura». La porta – continua – «è aperta alle persone che vogliono dare una speranza a questo Paese e, votando la fiducia a questo governo, ci permettono di andare avanti. Se ci si ferma, paga l’Italia. Se andiamo avanti sarà un bene per tutti».

Boccia: «La maggioranza ci sarà»

«I parlamentari di Italia Viva sono stati eletti con il Pd, spero vogliano rispettare la volontà di quell’elettorato, sennò si prendono seggi di quella comunità e si vota contro la sua volontà. Faccio appello a tutti gli eletti del Pd di votare con il Pd. La maggioranza ci sarà, se è relativa o meno lo diranno i numeri», ha detto il ministro Francesco Boccia a Che tempo che fa su Rai 3. E su Renzi: «Ha chiuso un discorso, sbagliando modi e tempi».

Foto in copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Video: Agenda su Sky TG24

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