Coronavirus, Fontana: «Lombardia arancione per merito nostro, il governo ci risarcisca». Speranza: «Inviati dati sbagliati e poi corretti»

Il presidente di Regione anticipa una richiesta di risarcimento per i danni ricevuti e Moratti incalza: «Il ministro Speranza pretendeva che dicessimo che c’era stato un errore ma abbiamo dignità»

«Se da domenica la Lombardia tornerà in zona arancione lo deve esclusivamente al fatto che noi abbiamo contestato i conteggi del governo». Si prende i meriti il presidente Attilio Fontana e si dichiara indignato per «le polemiche e false notizie offensive contro la Lombardia e le persone che ci lavorano». Nel punto stampa fatto insieme alla nuova assessora al Welfare Letizia Moratti, il governatore ha anticipato di voler avanzare al governo una richiesta di risarcimento per la settimana di “ingiusta” zona rossa.


«Durante la prossima conferenza delle Regioni», ha annunciato Fontana, «chiederò che nell’ambito dello scostamento autorizzato dal governo venga inserita esplicitamente una somma che equivale a quello che è stato il danno che le nostre categorie hanno subito». Alla resa dei conti dei meriti ha preso parte anche l’assessora Moratti: «Il ministro Speranza pretendeva che dicessimo che c’era stato un errore nostro ma non potevamo accettarlo per la dignità della Regione, per le nostre famiglie e le imprese».


Il ministro risponde

A commentare le frasi di Fontana subito dopo è stato lo stesso ministro della Sanità Roberto Speranza: «La relazione dell’Istituto superiore di Sanità è chiarissima. La Regione Lombardia, avendo trasmesso dati errati, ha successivamente rettificato i dati propedeutici al calcolo del Rt e questo ha consentito una nuova classificazione» ha detto. Secondo il ministero della Salute dunque l’errore sarebbe stato della Regione. «Senza l’ammissione di questo sbaglio non sarebbe stato possibile riportare la Lombardia in zona arancione» ha continuato Speranza, «questa è la semplice verità. Il resto sono polemiche senza senso che non fanno bene a nessuno. Soprattutto a chi le fa».

Nel rimbalzo di responsabilità, a rilanciare l’accusa è stato di nuovo il presidente Fontana: «La cosa che mi ha fatto arrabbiare è che l’Istituto Superiore di Sanità, parlando con i tecnici dell’ispettorato al Welfare, ci ha chiesto di implementare alcune nozioni». Una richiesta che secondo il governatore starebbe alla base dell’«aggiunta» e non «rettifica» di ulteriori dati. «Non abbiamo mai sbagliato a dare i nostri numeri», ha poi concluso, «nè mai rettificato. Solo risposto a una loro richiesta».

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