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Coronavirus, i numeri in chiaro. Sebastiani (Cnr): «La scuola contribuisce a una maggiore diffusione del virus» – Il video

24 Gennaio 2021 - 21:03 Giulia Marchina
Per il matematico «l'istituzione delle zone dovrebbe aver funzionato. Personalmente auspico che alcune Regioni tornino rosse»

In Italia sono +11.629 i nuovi casi da Coronavirus, stando all’ultimo bollettino della Protezione Civile e del ministero della Salute di oggi, 24 gennaio. Un dato in leggero calo rispetto ai +13.331 conteggiati invece ieri. «Da tre, cinque giorni notiamo una frenata della discesa dei casi positivi sui tamponi molecolari», spiega a Open il matematico del Cnr Giovanni Sebastiani.

Le vittime registrate nel bollettino quotidiano sono 299, per un totale di 85.461 decessi dall’inizio della pandemia. «Abbiamo da un mese una media di quasi 500 decessi al giorno, e se tutto va bene dovremmo iniziare a vedere un calo. Ora dobbiamo continuare con le armi in nostro possesso: distanziamento, mascherine, tracciamento», dice Sebastiani. «Alla luce di questi dati, possiamo dire che l’istituzione delle zone rosse dovrebbe aver funzionato. Personalmente auspico che alcune Regioni tornino rosse per poter prevenire un’ulteriore recrudescenza. Bisogna agire prima per risparmiare, anche dal punto di vista economico».

Sulla ripresa delle scuole, i tempi non sono ancora maturi per fare un bilancio, ma per il matematico alcuni aspetti sono dati ormai per assodati. «Vanno aumentando gli studi che confermano l’influenza delle scuole sulla curva del contagio. L’impatto dell’attività scolastica in presenza non ha un effetto se consideriamo la fascia d’età fino ai 12 anni. Ma dai 14 ai 19 anni, l’influenza c’è e non è trascurabile. L’apertura delle scuole contribuisce a una maggiore diffusione del virus, in termini di Rt, del 25%».

Infine, l’annuncio di Sileri che stasera ha aggiornato il calendario dei ritardi nell’arrivo delle dosi vaccinale: 4 settimane di slittamento per gli over 80 e 8 settimane per tutte le altre categorie. Una battuta d’arresto notevole rispetto ai «toni trionfalistici iniziali», commenta Sebatiani. «Con avvenimenti delicati di questo genere, serve rimanere coi piedi per terra. Mi aspettavo sarebbe successo e infatti eccoci qui».

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