«Provava un sentimento morboso nei confronti della vittima». Pietro Morreale, il fidanzato di Roberta Siragusa, la ragazza di 17 anni trovata senza vita in un burrone a Caccamo (Palermo), resta il primo indiziato nelle indagini. Ad attirare l’attenzione dei pm di Termini Imerese (Ambrogio Cartosio e il sostituto Giacomo Barbara) ci sarebbe anche una foto inviata tramite WhatsApp, che ritrae la ragazza con un ematoma sul viso. L’immagine risale al giugno scorso e, secondo le testimonianze degli amici ascoltati dai carabinieri, il trauma sarebbe stato provocato da Morreale. È stato proprio lui a far ritrovare il corpo della vittima la mattina di domenica 24 gennaio. Secondo alcuni amici della ragazza, ci sarebbero stati altri episodi di violenza fisica da parte di Morreale, uniti a ripetute minacce. Secondo due testimoni, se la ragazza avesse riferito delle violenze «avrebbe fatto del male a lei e alla sua famiglia». Verso Roberta si sarebbe dimostrato «morboso» fino a «impedirle di frequentare le solite amicizie».
I dubbi sulla versione di Morreale
Stando alle idee che si sono fatti i pm, Morreale avrebbe una «personalità proclive al delitto e insensibile alla gravità dell’evento». I suoi racconti presenterebbero «gravi incongruenze» mirate a sviare le indagini. Nell’interrogatorio nel quale ha parlato, avrebbe sostenuto che fosse stata Roberta da sola a bruciarsi e buttarsi nel burrone, e si sarebbe contraddetto più volte. Inoltre, la sua macchina è stata ripresa due volte passare sulla strada che porta al burrone.
Come riporta il Corriere della Sera, per gli investigatori «le versioni discordanti rilasciate dall’indagato, il rilevante tempo trascorso dal momento dell’evento e la chiamata effettuata alle forze di polizia dimostrano l’intenzione di Pietro Morreale di crearsi artatamente una versione dei fatti verosimile e di rallentare i soccorsi».
Il sopralluogo al campo sportivo
I carabinieri del Servizio investigazioni scientifiche intanto hanno effettuato un sopralluogo questa mattina, 27 gennaio, nel campo sportivo di Caccamo per accertare se Siragusa sia stata uccisa nei pressi dell’impianto e poi spostata nel dirupo in cui il corpo è stato scoperto. Sul cadavere della vittima sono stati trovati segni di bruciature, ma sul luogo del ritrovamento non c’erano tracce di incendio. Slitta intanto l’autopsia: il difensore di Morreale, l’avvocato Giuseppe Di Cesare, ha chiesto al gip l’incidente probatorio sull’esame autoptico (ha chiesto, cioè, che sia un perito nominato dal giudice ad effettuare l’autopsia e non quello incaricato dalla Procura).
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