Che cosa chiede (e cosa sta ottenendo) davvero Matteo Renzi per dare il via libera al Conte ter

Il leader di Italia Viva sarebbe a un passo dall’ottenere rivoluzioni ai ministeri del Lavoro e della Giustizia. Ma una fonte Dem avverte: «Si limiti a queste due richieste, altrimenti degenera tutto»

«Solo Renzi sa cosa ha in testa Matteo Renzi». Un deputato, poi un altro, un senatore e un portavoce: gli uomini di Italia Viva, alla domanda sul punto di caduta del senatore di Rignano, rispondono tutti con la stessa frase. Infarcendola, ovviamente, con le motivazioni già note, dalle difficoltà del mondo scuola agli investimenti del Recovery Plan. Eppure, dietro alle lotte sui macrotemi, ci sono delle richieste concrete che Renzi sta avanzando, più o meno tacitamente, e dalle quali dipenderà la permanenza di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi.


Il ruolo scottante del commissario Arcuri

La questione Domenico Arcuri è la più ostica, il vero snodo della partita di Renzi. «Non si tratta di Arcuri in sé, ma di un singolo individuo su cui si è accentrato un potere immenso», spiegano fonti di Italia Viva. Ogni investimento pubblico fatto per la pandemia di Coronavirus passa dalle mani del Commissario per l’emergenza: terapie intensive, mascherine e adesso vaccini. «Credo che Renzi, e faccia bene, voglia che questo enorme potere sia suddiviso tra più persone, così è più facile che si limiti da solo. La diarchia Conte-Arcuri era diventata troppo pericolosa per la trasparenza della cosa pubblica».


Gualtieri blindato da Confindustria

Parole dure, ma altrettanto resistente sarà la barricata di Conte: cedere sull’uomo al quale ha affidato la gestione della pandemia e così esposto mediaticamente vorrebbe dire delegittimare le scelte più importanti fatte da Palazzo Chigi nell’ultimo anno. La richiesta di togliere ad Arcuri le competenze sui vaccini non dovrebbe essere accolta dalla controparte. Così come la poltrona del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nel bersaglio di Italia Viva, sarebbe fuori discussione: «Per il bene del Paese alcune persone devono restare e faccio riferimento al ministro dell’Economia», l’ha blindato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.

Giustizia e Lavoro: i due ministeri che Italia Viva ha in pugno

Nelle dichiarazioni di Renzi, non manca mai un attacco alla gestione del rapporto scuole-pandemia. Anche su questo punto, però, la trattativa non si schioda ed è difficile che il dicastero sarà affidato a un renziano. Sono due i temi, invece, sui quali Renzi sta davvero vincendo la partita: la giustizia, e qui Italia Viva è supportata anche dal Pd che chiede la fine della linea giustizialista di Alfonso Bonafede, e il lavoro. Nessuna delle forze di maggioranza sembra disposta a immolarsi per difendere l’operato della ministra Nunzia Catalfo. Il suo dicastero, inoltre, è una buona contropartita per la trattativa in corso, data la centralità del Lavoro in alcune voci di spesa del Recovery Plan.

Fonti Dem: «Limite raggiunto»

«Se Renzi si limita a queste due richieste, la quadra si può trovare», afferma a Open un membro della direzione del Pd. «Sul Mes, invece, deve fermarsi: è un tema identitario dei 5 stelle». Il punto di incontro, qui, potrebbe essere raggiunto aumentando le risorse per la sanità previste nel Pnnr. «La pazienza negli altri partiti è arrivata al limite e stiamo rischiando grosse spaccature interne pur di dare una seconda chance a Italia Viva – conclude il Dem – . Se Renzi continua a tirare la fune la situazione degenererà e l’unica alternativa al caos istituzionale resteranno le urne».

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