Il vaccino russo Sputnik V funziona, lo studio su Lancet: «Efficacia al 91,6%»

Il siero è efficace al 91,6%. «La Russia ha sempre ragione», gioisce Kirill Dmitriev, capo dell’RDIF

Il vaccino Sputnik V russo non solo funziona, ma avrebbe un’efficacia del 91,6% contro il Coronavirus sintomatico. A dirlo sono, secondo quanto riporta il Guardian, i risultati preliminari basati sui dati della sperimentazione effettuata su più di 20 mila partecipanti, principalmente bianchi: tre quarti di loro hanno ricevuto il vaccino, il resto un placebo. Lo studio pubblicato su The Lancet non avrebbe rilevato eventi avversi gravi associati alla vaccinazione mentre ne sono stati registrati di lievi come dolore nel luogo dell’iniezione, sintomi simil-influenzali, debolezza o bassa energia. Il vaccino è sostenuto dal Fondo russo per gli investimenti diretti (RDIF). In 68 pazienti sono stati osservati gravi effetti collaterali, in nessun caso attribuibile al vaccino: di questi 68, poi, 45 persone erano nel gruppo placebo.


Sui 2.144 partecipanti allo studio over 60 il siero è risultato efficace al 91,8% contro le malattie sintomatiche. «Ottima notizia, il vaccino “russo” ha un’efficacia superiore al 90%. Un altro vaccino dall’efficacia eccezionale con un meccanismo simile ad AstraZeneca ma con una differenza fondamentale», commenta su Facebook Roberto Burioni.


Come funziona Sputnik V

Il vaccino infatti viene somministrato in due dosi, la seconda a 21 giorni dalla prima. Tra la prima e la seconda dose sono stati registrati nello studio 16 casi di Covid-19 nelle 14.964 persone (0,1%) nel gruppo del vaccino e 62 casi della malattia nei 4.902 (1,3%) nel gruppo placebo. A differenza del vaccino AstraZeneca, lo Sputnik V si basa su una versione modificata dell’adenovirus, un comune virus del raffreddore, adattato, spiega il Guardian, per trasportare le istruzioni genetiche per produrre la proteina spike del Coronavirus, che passa alle cellule umane.

La proteina spike prodotta dal Coronavirus innesca quindi una risposta immunitaria per proteggere nuovamente il Covid-19. A differenza di Astrazeneca, Sputnik V usa due diversi adenovirus umani per cercare di innescare una risposta immunitaria più forte e a lungo termine e per diminuire il rischio che il sistema immunitario sviluppi resistenza al vettore iniziale.

«La Russia ha sempre ragione», ha detto Kirill Dmitriev, capo dell’RDIF. Il paese aveva concesso al vaccino il via libera normativo lanciando la vaccinazione di massa prima di avere pubblicamente i dati degli studi di fase 3: mossa su cui il mondo scientifico aveva lanciato l’allarme e lamentato mancanza di trasparenza. Il processo in fase avanzata dello Sputnik V è ora in corso e mira a reclutare almeno 40 mila persone.

In copertina EPA/Marko Djokovic | Una dose del vaccino russo Sputnik V

Leggi anche: