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Rischio varianti in classe, cresce il fronte del lockdown scolastico. Lopalco: «Dad fino ad aprile». Zaia contro il Cts: «Chiudere a zone è inutile»

28 Febbraio 2021 - 10:49 Redazione
Ieri la riunione, sollecitata dalle stesse regioni, del Cts sulla strategia da tenere rispetto ai contagi in classe. La soglia per la chiusura: 250 contagi ogni 100 mila abitanti per 7 giorni

I contagi da Coronavirus aumentano in tutto il paese, l’età media si abbassa e le varianti spaventano: è per questo che torna suo malgrado al centro dell’attenzione nella lotta alla diffusione del virus la scuola. Col “fioccare” delle cosiddette “zone rosse chirurgiche”, i primi a muoversi in ordine sparso sono stati i sindaci, poi i prefetti. Fino ai governatori. Perché il contagio avanza in fasce d’età che fino a questo momento erano state sostanzialmente risparmiate. Le scuole saranno chiuse da lunedì in Abruzzo, Basilicata a in Campania, con le parole del governatore campano Vincenzo De Luca che firma un’ordinanza per chiudere fino al 14 marzo nella sua regione. E tuona: «Si riapre solo quando sarà vaccinato tutto il personale». Si studia anche la situazione in Emilia Romagna.

Le mosse indicate dal Cts

Fino a questo momento le scuole per i più piccoli erano sempre rimaste aperte, al di là delle quarantene. Ma la situazione attuale impone – nelle zone rosse anche chirurgiche che sono ormai all’ordine del giorno per combattere le varianti Covid – ulteriori restrizioni: chiusure senza distinzione di ordine e grado ove i contagi siano fuori controllo. È questa l’indicazione che arriva dal Comitato Tecnico Scientifico che si è riunito ieri sera d’urgenza su sollecitazione delle stesse Regioni e che tenta, dal canto suo, di salvare il salvabile pensando alla didattica a distanza in automatico tutte le scuole che finiscono in lockdown.

Anche in base a un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità che allegato al verbale del Cts che registra «un impatto dei contagi sulle scuole, ma differenziato». Ora la decisione è in capo al premier Mario Draghi, ma la direzione sembra tracciata e si attende l’ufficialità con la nuova strategia inserita nel prossimo Dpcm in arrivo. Tutte le scuole verranno quindi chiuse, con il passaggio alla Dad, in quei comuni e quelle province che finiranno in zona rossa. Per le regioni colorate di arancione toccherà agli amministratori locali – governatori, prefetti e sindaci – decidere se applicare eventuali strette.

Si ragiona in base al numero dei contagi e il Cts – ricostruisce il Corriere della Sera – fornisce anche le soglie di allerta e di chiusura: 250 contagi ogni 100 mila abitanti per 7 giorni. Per le aree dove le restrizioni sono meno stringenti – quelle colorate di giallo – resta la didattica in presenza per elementari e medie e la didattica in presenza limitata con una percentuale che passa dal 50% al 75% per le scuole superiori.

Lopalco: «Ve l’avevo detto»

Non lo dice esplicitamente, ma il messaggio è quello. Da tempo l’assessore alla Sanità della Regione Puglia Pier Luigi Lopalco insiste per limitare la didattica in presenza. Ora, dice in un’intervista a La Stampa, «con questo quadro epidemiologico» e con le varianti, «insistere sulle lezioni in classe è troppo rischioso». Il virus circola nelle scuole: i tempi di pandemia è difficile effettuare studi epidemiologici con dati certi, per Lopalco, ma un recente report in arrivo dagli Usa lo convincerebbe ancora di più.

«Dimostra che le scuole sono un volano di contagio». In Italia poi, denuncia l’assessore, in classe restano «criticità irrisolte», nonostante i protocolli, «scarsa attenzione all’igiene dei bambini», ma soprattutto «la mobilità legata alla scuola». Ecco perché, dice, la Puglia sceglie questa strada insieme a un’accelerazione della campagna vaccinale in particolare sul personale scolastico. «Fosse per me, manterrei la didattica a distanza fino ad aprile»

Mentre in zone come Bolzano, Bologna, Brescia e la Basilicata, le lezioni si sono già fermate, la relazione degli esperti del Cts potrebbe portare, nota ancora il Corriere, la Puglia in zona gialla a rivedere l’ordinanza che ha sancito la chiusura delle scuole (ma Lopalco non ha dubbi: «Non bisogna rincorrere il virus. Noi abbiamo chiuso pur essendo in giallo», rivendica oggi. Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, chiede di accelerare con le vaccinazioni ma considera prioritario «agire con cautela visto che le varianti del virus sono così aggressive».

E la linea sarebbe condivisa da palazzo Chigi. Insieme alla promessa, per i genitori, di un’azione concreta in termini di congedi parentali. Anche perché, come nota il Giusto Mezzo, a farne le spese sono soprattutto le mamme:Ci scrivono da tutta Italia (insieme a qualche papà) che restano a casa con i figli arrangiandosi tra ferie, malattie dei genitori e altri pretesti. Così non va», spiega Cristina Tagliabue su La Stampa.

Zaia, appello a Draghi

Anche in Veneto la situazione diventa nuovamente preoccupante in termini di contagi. «Pensare che si possa chiudere a macchia di leopardo, sapendo che il virus non conosce confini, alla fine ci porterà a chiudere ovunque. Meglio una chiusura breve ora che un’agonia trascinata per settimane», dice il governatore Luca Zaia in un’intervista al Corriere. Potrebbe decidere lui stesso di chiudere le scuole, ma insiste sul coinvolgimento – da lui stesso richiesto, rivendica – del Cts. «Qualora fossero pienamente garantiti i congedi parentali e i bonus baby sitter, bisognerebbe fare un ragionamento più generale. Se chiudono le scuole superiori, il problema non c’è, i ragazzi possono badare a loro stessi», insiste Zaia.

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