L’aiuto degli Usa sui vaccini? L’Europa ne ha bisogno, ma non è detto che arriverà

Biden è stato chiaro: prima gli americani, poi gli altri. Se le consegne di AstraZeneca continueranno a scarseggiare, ci saranno nuove tensioni che coinvolgeranno Washington

Dopo che l’Italia si fatta avanti come testa d’ariete di una strategia più assertiva bloccando l’esportazione di 250.700 vaccini anti-Covid di AstraZeneca destinati all’Australia, la Commissione europea ha chiesto agli Stati Uniti di consentire l’esportazione in Europa di milioni di dosi del colosso anglo-svedese prodotti sul suolo americano. Una richiesta che sottolinea la disperata corsa di Bruxelles per colmare le carenze di approvvigionamento. Secondo le informazioni del Financial Times, la Commissione solleverà la questione nei prossimi colloqui transatlantici dedicati al rafforzamento della lotta contro il Covid-19.  Bruxelles vuole anche che Washington dia garanzie sul libero flusso transatlantico di ingredienti cruciali per la produzione europea, compresi quelli destinati alla rivoluzionaria tecnologia mRNA. Passare in poche ore da un blocco delle esportazioni alla richiesta di garanzie sulla libertà di commercio globale non è esattamente in linea con il segnale di potenza e autonomia strategica che la Commissione vorrebbero comunicare.


Washington non ha bisogno dell’Europa per vaccinare

Il presidente Usa Joe Biden e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen hanno discusso di cooperazione transatlantica venerdì scorso. Per ammorbidire l’alleato, Von der Leyen ha comunicato a Biden la decisione di sospendere per 4 mesi tutte le tariffe relative alle controversie Airbus-Boeing su aeromobili e prodotti non aerei, con l’impegno di risolverle presto. Dopo la videoconferenza, la Commissione ha detto che Stati Uniti e Ue sono entrambi grandi produttori di vaccini, e hanno un forte interesse a lavorare insieme per il buon funzionamento delle catene di approvvigionamento mondiali.


L’America però non ha bisogno dell’Ue per la sua campagna vaccinale. La Casa Bianca ha annunciato che gli Stati Uniti riceveranno entro la fine di maggio dosi per 300 milioni di persone, sufficienti a immunizzare tutta la popolazione adulta. Nella cifra sono inclusi tutti e tre i vaccini Made in Usa autorizzati dalla Fda: Pfizer/BioNTech, Moderna, Johnson & Johnson. In totale, gli Stati Uniti si sono assicurati la consegna di 300 milioni di dosi di Moderna e 300 di Pfizer/BioNTech, e 100 milioni di dosi di Johnson & Johnson, il vaccino monodose. Ma non è finita.

La produzione di AstraZeneca procede a pieno regime, negli Usa

AstraZeneca ha iniziato a immagazzinare dosi per gli Stati Uniti, fornendo un potenziale aumento dell’offerta che potrebbe accelerare ulteriormente la campagna vaccinale americana. L’azienda prevede di produrre tra 15 a 25 milioni di dosi al mese per gli Stati Uniti. «Se la Fda darà il via libera, ci aspettiamo di iniziare con 30 milioni. Mentre siamo qui a parlare stiamo già producendo a pieno regime», ha detto il vicepresidente esecutivo Ruud Dobber alla Cnbc. «Siamo sulla buona strada per consegnare un totale di 300 milioni di dosi», ha confermato. 

La Casa Bianca ha sempre affermato che le scadenze presentate finora si basano solo sui vaccini già autorizzati dalla Fda. Le potenziali nuove autorizzazioni vengono viste come una scorta aggiuntiva. L’America quindi non ha bisogno dei vaccini di AstraZeneca, ciononostante comprerà 300 milioni di dosi anche da loro. Questo può essere un problema dato che, nonostante ritardi e problemi nell’esaudire gli ordini destinati all’Ue, AstraZeneca si sta impegnando (e con un certo zelo) a rifornire gli Stati Uniti al ritmo di 15-25 milioni di dosi al mese.

L’Europa ha bisogno dei vaccini prodotti in America

Perciò, in realtà la Commissione sta chiedendo agli Stati Uniti di garantire le forniture europee almeno posticipando la consegna delle proprie dosi considerabili in eccesso. Ma se le consegne di AstraZeneca destinate all’Ue dovessero continuare a scarseggiare, ci saranno nuove tensioni che tirerebbero in mezzo gli Stati Uniti. La battaglia tra Ue e AstraZeneca è scoppiata a gennaio. L’azienda aveva promesso di fornire 80 milioni di dosi nel primo trimestre ma dopo problemi di produzione ha ridotto il numero di oltre la metà.

Lunedì il commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton, capo della task-force incaricata di accelerare la produzione di vaccini nell’Ue, incontrerà in videoconferenza Jeffrey Zients, il coordinatore del team statunitense incaricato della lotta contro il Covid-19. L’incontro fa seguito a quello di venerdì e riguarderà la catena delle forniture dei vaccini con l’obiettivo di offrire un coordinamento nel comune interesse fra le due sponde dell’Atlantico. Fonti europee hanno precisato che la questione dell’export di AstraZeneca non è nell’agenda del colloquio. 

Biden ha fatto della risposta al Covid una pietra miliare della prima fase di governo della sua amministrazione, la prospettiva di accumulare dosi in eccesso ha senso solo se c’è l’obiettivo di fornirlo ad altri paesi. Tuttavia, la Casa Bianca per ora non vuole dire come e quando condividerà eventuali dosi in eccesso con altre nazioni. La settimana scorsa Biden ha respinto una richiesta del presidente del Messico. Non sorprende, al G-7 il presidente è stato chiaro: prima gli americani, poi gli altri. Intanto, gli abitanti dei Paesi europei continuano ad ascoltare le promesse della Commissione e dei governi – Breton ha promesso 100 milioni di dosi entro fine marzo – ma il problema è sempre lo stesso: mettere le mani sui vaccini.

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