Il virologo Broccolo: «Tamponi salivari per il ritorno a scuola? Quelli adatti non sono ancora disponibili» – L’intervista

I test antigenici nasofaringei sono poco reattivi sui pazienti con una bassa carica virale, come accade spesso per i bambini. Ecco perché, per il virologo della Bicocca, bisognerebbe spingere sui test rapidi salivari

«Uno screening settimanale per riaprire le scuole? Per essere più precisi possibile avremmo bisogno di test salivari rapidi, che al momento però non abbiamo». Il professor Francesco Broccolo, virologo dell’Università Bicocca, è il direttore del laboratorio Cerba di Milano, uno tra i più importanti della Lombardia. Dalla sua posizione ha potuto osservare in tempo reale le difficoltà della macchina dei tamponi messa in moto nella lotta al Coronavirus: come aveva spiegato ad Avvenire, il fallimento autunnale del tracciamento ha provocato un’impennata di casi su tutto il territorio nazionale, aggravata poi dall’utilizzo smodato dei test rapidi in sostituzione di quelli molecolari.


Lo ritroviamo cautamente più ottimista in merito alle ipotesi – in studio in questi giorni al Ministero dell’Istruzione – secondo cui la riapertura delle scuole verrebbe accompagnata da sistematici test antigenici. Tuttavia, secondo il virologo, la questione resta delicata per diversi motivi: se è vero che gli antigenici naso-faringei permettono una diagnosi rapida ed evitano l’effetto imbuto nei laboratori (andati in tilt lo scorso novembre), non sono sufficientemente sensibili come potrebbero essere i salivari, chiamati in causa dal sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, che l’Istituto superiore di sanità dovrebbe approvare entro Pasqua. «Mi meraviglio che ci stiamo mettendo così tanto», sottolinea Broccolo, «visto che è da marzo 2020 che si stanno provando».


Al momento, però, i testi salivari hanno ancora bisogno di un’analisi da laboratorio: un dettaglio che potrebbe causare non pochi problemi di tipo logistico. «A oggi non abbiamo test rapidi salivari che possano dirsi efficaci», spiega il professor Broccolo (secondo lo Spallanzani hanno un’affidabilità del 20%). «Il campione biologico dovrebbe comunque essere mandato nei laboratorio per fare un’analisi molecolare. E dal punto di vista della logistica rimaniamo di nuovo intrappolati in tempistiche più lunghe». Se invece vogliamo fare come la Francia, che sta facendo screening sui bambini con i test naso-faringei rapidi, allora «è fattibilissimo». Ma dobbiamo ricordarci che questo tipo di tampone ha un’affidabilità «sempre limitata»: a differenza di quelli salivari, sono poco reattivi nei pazienti con cariche virali basse – che è quasi sempre il caso dei bambini.

La ricerca della varianti

Oltre all’analisi dei tamponi, il laboratorio Cerba si dedica anche alla ricerca delle nuove varianti del Sars-Cov-2 – che sono, almeno ufficialmente, il motivo per cui le scuole sono state chiuse in quasi tutta Italia. «Ne scopriamo continuamente», spiega Broccolo. «Ci sono delle mutazioni strane e rarissime che stiamo analizzando proprio in questi giorni. Oggi stesso abbiamo trovato due mutazioni nuove in un paziente, descritte pochissime volte solo a New York». Le continue evoluzioni, comunque, non sono sempre collegate a una maggiore virulenza: «Ieri abbiamo individuato una variante inconsueta in una signora di Novara, ma la donna sta bene ed è guarita in fretta. Probabilmente il virus sta mutando per diventare endemico – cioè per adattarsi all’essere umano».

Immagine di copertina: EPA/SASCHA STEINBACH

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