Scuola, l’impegno del ministro Bianchi: «Riaprire per tutti al più presto. La Dad è faticosa per famiglie e ragazzi»

Intanto oltre la metà del personale scolastico risulta essere stato vaccinato anche se la situazione – come conferma il ministro dell’Istruzione – cambia da regione a regione

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi sembra avere le idee chiare sul da farsi: rientrare a scuola il prima possibile con i prof tutti vaccinati. Al momento, infatti, oltre la metà del personale scolastico risulta essere stato vaccinato «con differenza tra regioni e regioni», ha specificato il ministro oggi, 24 marzo, nel corso del question time. Bianchi, che sta monitorando la situazione dei contagi in Italia e la diffusione delle varianti del Covid nelle scuole, ha anche incontrato il commissario per l’emergenza Figliuolo e il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli.


«Accelerare la campagna vaccinale»

Il governo vuole da una parte potenziare la campagna vaccinale, dall’altra puntare al rientro a scuola «per tutti al più presto», non solo per i più piccoli dunque: «Nella convinzione che la prolungata sospensione della didattica in presenza determini conseguenze non solo sugli apprendimenti ma anche sulla socialità che possono essere duraturi, il governo sta lavorando intensamente per far tornare tutti gli studenti nelle aule, al più presto, imprimendo una vigorosa accelerazione al piano vaccinale. Stiamo investendo risorse ed impegno per far rientrare tutti i nostri alunni, quanto prima, proprio a partire da quelli più piccoli, che frequentano la scuola dell’infanzia e la primaria. Ma l’obiettivo è non fermarsi a loro», ha spiegato il ministro.


Le risorse stanziate per la scuola

Secondo il ministro Bianchi ci sarebbero già le risorse per fronteggiare questa emergenza. Grazie al decreto Sostegno, infatti, potranno essere «supportate le istituzioni scolastiche nella gestione dell’emergenza epidemiologica dimostrando così l’importanza strategica riconosciuta alla scuola». Oltre alle risorse per la ripresa in sicurezza di tutte le attività in presenza, tra l’altro, «sono state stanziate somme per accompagnare la chiusura dell’anno scolastico e la costruzione di un ponte verso il prossimo, per il recupero di competenze e socialità, anche attraverso i Patti di comunità». Il riferimento potrebbe essere al piano che consentirà l’apertura estiva delle scuole (ma solo per i laboratori e senza obbligare gli studenti ad andare in aula).

La didattica a distanza

Impossibile, infine, non parlare della didattica a distanza che si è rivelata «faticosa per le famiglie e i ragazzi»: «La sospensione dell’attività didattica in presenza è correlata alla circolazione delle varianti del Covid. Sebbene necessaria, è stata una decisione molto sofferta, dolorosa – spiega il ministro -. La riteniamo tuttavia responsabile perché fondata sulle indicazioni scientifiche e perché volta alla tutela anche dei più giovani».

Foto in copertina: ANSA/ PAOLO SALMOIRAGO

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