Insultò Giorgia Meloni: il professore Gozzini sospeso per tre mesi «dall’incarico e dallo stipendio»

L’Università di Siena ha accolto il parere espresso dal Collegio di disciplina

Il Consiglio di amministrazione dell’Università di Siena ha deciso di sospendere dal ruolo di docente e dallo stipendio, per tre mesi, il professor Giovanni Gozzini. La decisione arriva dopo che è stato accolto nella riunione di questa mattina, 26 marzo, il parere espresso dal Collegio di disciplina sulla sanzione proposta dal rettore Francesco Frati lo scorso 22 febbraio. Gozzini aveva apostrofato la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni con frasi sessiste durante un’intervista in una trasmissione su Controradio. A quel punto il rettore aveva proposto tre mesi di sospensione: oggi la conferma da parte del Cda, cui ha fatto seguito una nota ufficiale dell’Ateneo.


La mozione per la sospensione

Nell’ultima riunione del 16 marzo, si legge nelle dichiarazioni riportate dall’agenzia Ansa, il Collegio di disciplina, «dopo aver constatato la rilevanza dei fatti sul piano disciplinare ha confermato la proposta del rettore Francesco Frati». Il Cda dell’Ateneo ha anche approvato una mozione di alcuni consiglieri, «nella quale si sottolinea il ruolo dell’Università» e «la responsabilità che questo ruolo implica nel rispetto dei valori fondanti della nostra comunità».


«L’Università – si legge ancora nella mozione – si nutre dei valori delle persone che la compongono e che tali valori sanno trasmettere. Su ciò si basa la sua reputazione». «Sappiamo di vivere il tempo della retorica totale, nel quale la cultura e le competenze sembrano essere valori facoltativi e dove spesso il linguaggio è calpestato e usato male; e quando si usano male le parole vuol dire che si usano male le idee. Nel caso in specie, le parole sono state usate male», si legge.

«Gli insulti e le denigrazioni, che hanno violato il rispetto e la dignità della persona, sono antitetici al pensiero critico esercitato confrontando le idee in modo appassionato, rispettoso, logico, senza preconcetti e con rigore morale ed espressivo. Questa violazione, già sottolineata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, trascende i nostri provvedimenti disciplinari, comunque atti dovuti, necessari e corretti, che per loro natura non possono essere l’epilogo nel quale si compie il nostro apparente riscatto. Questo Consiglio di amministrazione vuole richiamare l’intera comunità accademica al rispetto dei valori sostanziali e formali qui espressi».

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