Coronavirus, l’indice Rt scende a 0,92. Resta elevata l’allerta sulle terapie intensive: 15 Regioni oltre la soglia critica – Il monitoraggio dell’Iss

Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Locatelli: «Rispetto alla metà del mese di marzo siamo scesi del 40% nel numero dei nuovi contagi»

Scende ancora il valore dell’indice Rt nazionale. Nell’ultima rilevazione dell’Iss il valore si attesta a 0,92, la scorsa settimana era invece a 0,98. In calo anche il valore dell’incidenza dei casi ogni 100.000 abitanti: il valore di riferimento è passato da 232 a 185 casi ogni 100 mila abitanti. Sono questi i primi dati emersi dal monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute circa l’andamento epidemiologico della pandemia di Coronavirus in Italia. A confermarlo è il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli. «L’indice Rt è in ulteriore miglioramento – ha spiegato il presidente dell’Iss -. È indubitabile che abbiamo avuto una riduzione significativa nel numero dei contagiati».


«Pur tenendo conto dei giorni di Pasqua e Pasquetta, che hanno una connotazione particolare in termini di numero di tamponi eseguiti – ha proseguito il professor Locatelli – rispetto alla metà del mese di marzo siamo scesi del 40% nel numero dei nuovi contagi e tutto questo indica l’efficacia delle misure, come sappiamo da tempo». Tuttavia preoccupa la pressione ospedaliera. Nel report dell’Iss si legge infatti che «il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri, l’incidenza ancora troppo elevata e l’ampia diffusione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità richiedono l’applicazione di ogni misura utile al contenimento del contagio».


Preoccupano le terapie intensive: in 15 Regioni superata la soglia critica del 30%

Sul fronte delle ospedalizzazioni, continua a rimanere alto il numero di Regioni e di Province autonome che presentano un tasso di occupazione delle terapie intensive sopra la soglia critica del 30%. Se nell’elaborazione della settimana precedente 14 Regioni risultavano superare la percentuale d’allarme, questa settimana il numero sale a 15. A livello di media nazionale, il tasso di occupazione delle aree critiche si attesta al 41%. Aumenta il numero di persone ricoverate nelle terapie intensive del Paese, che passa da 3.716 a 3.743 pazienti in gravi condizioni. Superano la soglia d’allarme del 40% anche i ricoveri Covid in area non critica che si attestano al 44% su scala nazionale. Il numero di persone ricoverate con sintomatologia Covid nei reparti ordinari è aumentato infatti da 29.231 a 29.337 degenze negli ultimi 7 giorni.

Liguria, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta presentano un rischio «alto»

Osservando le elaborazioni su scala nazionale, il livello generale di rischio risulta essere in diminuzione, con quattro eccezioni. Liguria, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta presentano infatti ancora un livello di rischio ritenuto «alto». A eccezione del Veneto e della Provincia autonoma di Bolzano che risultano avere un livello di rischio «basso», tutte le altre Regioni e Province autonome italiane presentano un rischio «moderato». Tra queste, Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Sardegna e Sicilia risultano avere un «rischio moderato associato ad alta probabilità di progressione», vale a dire dati e proiezioni che potrebbero portare a una classificazione peggiorativa nei prossimi 7 giorni. Otto Regioni o Province autonome presentano un indice Rt superiore a 1: Basilicata (1,15), Campania (1,19), Liguria (1,19), Puglia (1,06), Sicilia (1,22), Toscana (1,02), Valle d’Aosta (1,39) e Sardegna (1,54). In queste ultime due Regioni, essendo stata superata la soglia critica dell’1,25, verranno quindi applicate le misure della zona rossa.

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