L’Italia dal 26 aprile sta provando a ripartire. E la priorità, come più volte indicato dal presidente Draghi, è quella del «rientro in classe per le studentesse e studenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado», anche in zona rossa (con presenza al 50%). Circa 7,6 milioni di studenti sarebbero dovuti tornare ieri tra i banchi. Ma i timori dei dirigenti scolastici, così come i nodi sollevati delle associazioni sindacali, non si sono rivelati poi così infondati e hanno avuto ripercussioni sulle presenze. Preoccupano gli scarsi investimenti sui mezzi di trasporto pubblico. Preoccupa la mancanza di screening dei contagi Covid nelle scuole. Preoccupa l’assenza di sistemi di areazione delle classi e il poco spazio per il distanziamento in aula. E così, molti studenti e genitori han preferito continuare con la didattica a distanza. Ma non ovunque.
Veneto
In Veneto, il governatore Luca Zaia ha riferito che sul fronte scolastico la regione è passata «dal 50 al 70% in presenza» e, «a parte un paio di criticità risolvibili, tutto ha avuto un’evoluzione sostenibile». «I ragazzi – osserva Zaia – sono quelli più sotto pressione per la scuola, per l’assembramento, per i viaggi. Io dico loro fate attenzione. Clinicamente non rappresentano un’evidenza importante per l’ospedalizzazione, ma possono diventare vettori per i parenti».
Toscana
Anche in Toscana, stando alle parole dell’assessore regionale ai trasporti, Stefano Baccelli, «la presenza degli studenti al 70%, almeno per quanto riguarda l’ingresso, mi sembra sia andata molto bene, per tutte le province». «Sui treni regionali – ha aggiunto – Trenitalia ha segnalato il 15% di persone in più sulle carrozze ma non ci sono casi di superamento della capienza del 50%», mentre per il trasporto pubblico locale «sono stati inseriti 329 bus turistici aggiuntivi».
Puglia
Pressoché rovesciata la percentuale di presenza in aula per gli studenti pugliesi che, con il passaggio della regione in zona arancione, sarebbero potuti tornare in aula al 70%. Il presidente della regione, Michele Emiliano, ha lasciato la libertà alle famiglie di decidere se far rientrare in classe o meno i propri figli. E stando alle domande inviate agli istituti scolastici pugliesi, molte famiglie hanno richiesto di proseguire con la Dad. Come riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, a Bari, al liceo scientifico Scacchi, su 1.540 alunni solo 46 studenti hanno optato per le lezioni in presenza. Stessa situazione in altri istituti superiori del capoluogo pugliese, dove su migliaia di studenti iscritti solo poche centinaia han deciso di tornare in classe.
Foto in copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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