«Fedez, prendiamoci un caffè». Le reazioni di Salvini e della Lega al discorso sul palco del Primo Maggio

Dai tentativi di riconciliazione del segretario del Carroccio fino alle accuse dell’antiabortista Coghe e di Capitanio: ecco come hanno reagito leghisti e pro vita al discorso del cantante

Le parole di Fedez pronunciate ieri da piazza San Giovanni non hanno lasciato indifferente la Lega, tirata in causa nel discorso del cantante sul palco del Concertone del Primo Maggio. Dal segretario Matteo Salvini fino al capogruppo della Lega nella Commissione di Vigilanza Rai, Massimiliano Capitanio, in molti hanno preso parola contro Fedez, che nel suo intervento a favore del ddl Zan ha accusato il partito di essere contro i diritti civili e di non avere interesse nel combattere l’omofobia, citando i nomi di alcuni esponenti di rilievo.


«Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole», ha scritto Salvini in un post su Facebook. «E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge. È già così, per fortuna». Il segretario leghista ha invitato Fedez a «bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti». Sullo scontro via telefono avvenuto tra l’artista e la Rai (che avrebbe chiesto a Fedez di modificare il discorso e non fare nomi), ha commentato: «Un cantante di sinistra litiga coi vertici Rai di sinistra. Così è. L’Italia se ne farà una ragione».


La frecciatina nelle story

Nel difendere i comici Pio e Amedeo, nell’occhio del ciclone per aver fatto ironia sul “politicamente corretto”, Salvini ha pubblicato una story con sottofondo la canzone di Fedez e J-Ax “Vorrei ma non posto”, che contiene i versi: «Il cane di Chiara Ferragni ha il papillon di Vouitton / Ed un collare con più glitter di una giacca di Elton John». Proprio quella canzone ha fatto incontrare – e quindi formare – l’ormai celeberrima coppia dei Ferragnez.

Capitanio: «Comizio e pubblicità alla Nike»

Meno conciliante e più critico è stato invece Capitanio, che ha dichiarato: «Nella giornata dei diritti dei lavoratori, Fedez, contravvenendo alle regole Rai, ha sfilato con il cappellino Nike, dimenticando la tempesta di polemiche sullo sfruttamento del lavoro minorile in Cambogia che investì proprio quella multinazionale». Riferendosi al suo ruolo da influencer che spesso riveste in quanto marito di Chiara Ferragni, ha commentato: «Probabilmente le polemiche montate dal cantante erano finalizzate a dare più visibilità a chi lo paga per questa sfilata. Chi ha consentito a Fedez di fare pubblicità alla Nike? Chi gli ha consentito di fare un comizio per privare della libertà di espressione chi non la pensa come lui o per minacciare la libera attività parlamentare?».

I pro vita: «Fedez non può dire il ca**o che gli pare»

A rispondere a Fedez è stato anche uno dei nomi citati, Jacopo Coghe, antiabortista vice presidente della onlus Pro Vita e Famiglia. «Davanti al televisore, a casa con la mia famiglia, mi sono imbattuto nel pistolotto di Fedez e a un certo punto mi sono sentito citato e deriso senza possibilità di contraddittorio», ha dichiarato. «Nelle sue parole – ha proseguito – ho percepito una violenza inaudita. Tutto questo pagato con i nostri soldi, perché si tratta di servizio pubblico. La sua è solo propaganda, non conosce i contenuti del Ddl Zan, non è in grado di entrare nei singoli temi e pubblicizza l’antiomofobia come fosse uno smalto. Lo aspetto per un confronto alla pari».

Immagine di copertina: ANSA/ROBERTO MONALDO

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