Draghi al vertice Ue: «Mercato del lavoro ingiusto. Non è questa l’Italia che voglio»

Il presidente del Consiglio italiano ha lanciato la proposta di rendere strutturale il programma europeo Sure per il sostegno all’occupazione

Intervenendo al social summit di Oporto, una riunione informale tra i vertici delle istituzioni europee e i leader dei Paesi membri, Mario Draghi si è soffermato sulle questioni relative all’occupazione: «Troppi Paesi dell’Ue hanno un mercato del lavoro a doppio binario, che avvantaggia i garantiti, in genere i lavoratori più anziani e maschi, a spese dei non garantiti, come le donne e i giovani – ha dichiarato il presidente del Consiglio italiano. Mentre i cosiddetti garantiti sono meglio retribuiti e godono di una maggiore sicurezza del lavoro, i non garantiti soffrono un vita lavorativa precaria. Questo sistema è profondamente ingiusto e costituisce un ostacolo alla nostra capacità di crescere e di innovare».


L’impatto del Covid

Il titolo del panel nel quale è intervenuto il capo dell’esecutivo italiano è Employment and jobs. Draghi ha rilevato come la pandemia da Coronavirus abbia ampliato la forbice delle disuguaglianze: «Lo shock provocato dal Covid ha reso i divari – in Italia e in Europa – ancora più profondi. Così come durante la Grande Recessione e la crisi del debito sovrano in Europa, sono i nostri giovani e le nostre donne a pagare il prezzo di questa tragedia. Queste fratture hanno profonde radici storiche e culturali. Ma svelano anche evidenti carenze istituzionali e giuridiche».


Draghi ha comunque sottolineato come l’Unione europea abbia fatto «da tempo» del suo modello sociale un punto di orgoglio. A questo proposito, ha lanciato alle istituzioni europee la proposta di rendere il programma Sure – per il sostegno all’occupazione – strutturale. «Il sogno europeo è di garantire che nessuno venga lasciato indietro. Ma, già prima della pandemia, le nostre società e i nostri mercati del lavoro erano frammentati. Disuguaglianze generazionali, disuguaglianze di genere e disuguaglianze regionali. Questa non è l’Italia come dovrebbe essere, né l’Europa come dovrebbe essere».

Recovery e Pnrr italiano

Il primo ministro italiano ha invitato, poi, gli omologhi europei a «non ridurre troppo presto gli stimoli di bilancio». Parlando, nello specifico, del Recovery Plan e del Pnrr italiano, ha ribadito che «il Piano di Ripresa avrà una clausola di condizionalità che incoraggerà le imprese ad assumere più donne e più giovani. Dovremmo diventare tutti più inclusivi. I governi, i datori di lavoro e i sindacati devono fare la loro parte. Ma le politiche nazionali da sole sono insufficienti. L’Italia accoglie con favore il Piano d’azione della Commissione sul Pilastro europeo dei diritti sociali. Il Piano e il Pilastro mettono le esigenze del Mercato unico insieme a quelle di una strategia di crescita più sostenibile ed equa. Ma dobbiamo fare un passo avanti».

Draghi ha spiegato che l’Italia sta cercando di porre rimedio alla «triste situazione» delle disuguaglianze spendendo proprio i fondi che arrivano dall’Europa. «Verranno investiti 6 miliardi di euro per riformare le politiche attive del mercato del lavoro. Il Piano prevede un Programma per l’occupabilità e le competenze, destinato alla formazione e alla riqualificazione di coloro che devono cambiare lavoro o che sono alla ricerca di una prima occupazione, seguendo l’esempio del Programma europeo di garanzia per i giovani».

E ancora: «4,6 miliardi di euro sono destinati ad accrescere il numero di asili nido e di scuole materne, alleviando il carico delle madri lavoratrici. Sono previste anche misure di lotta alla povertà infantile. L’Italia sostiene il progetto di proposta della Commissione Ue di Garanzia europea per l’infanzia, nonché i principi contenuti nell’agenda relativi all’assistenza di lungo termine e alle pari opportunità di genere».

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