La morte di Camilla, sequestrato il certificato con l’anamnesi della 18enne. E la Procura acquisisce la lettera inviata dal Cts alle Regioni

Il documento era stato compilato dalla 18enne prima della vaccinazione. I nas vogliono verificare se sul foglio fosse indicata la malattia autoimmune di cui soffriva la ragazza

Continuano le indagini sul caso di Camilla Canepa, la 18enne deceduta dopo aver ricevuto una dose di AstraZeneca. Ieri, i carabinieri del Nas hanno notificato all’Asl 4 un ordine di esibizione e sequestro del certificato anamnestico compilato dalla ragazza prima della somministrazione. Il documento, che si trova sotto sequestro negli uffici dell’Asl4, verrà consegnato agli inquirenti lunedì. Secondo quanto appreso, la procura vuole verificare se nel documento sia stata segnalata la piastrinopenia ereditaria citata anche nei documenti già in possesso degli inquirenti o l’assunzione di farmaci a base ormonale. Dopo i primi accertamenti, è infatti emerso come la ragazza soffrisse di una una malattia autoimmune, la piastriopenia, che abbassa il livello di piastrine nel sangue. Tuttavia, secondo quanto riportato questa mattina dal Corriere della Sera, sulla scheda presentata dalla ragazza al medico vaccinatore non c’era traccia della malattia. Per questo, la verifica dell’anamnesi consegnata al momento della vaccinazione potrebbe imprimere una svolta alle indagini.


La lettera inviata alle Regioni

Tra la documentazione che la procura di Genova intende acquisire c’è poi anche la lettera che il Comitato tecnico scientifico aveva inviato alle Regioni dopo che queste avevano deciso di procedere con gli open day. In quella lettera, il Cts non rilevava «motivi ostativi a che vengano organizzate iniziative quali i vaccination day». Nello stesso documento, però, i tecnici sottolineavano anche che occorreva «completare la vaccinazione dei soggetti vulnerabili e over 60 ancora non coperti per una percentuale che non può essere trascurata».


Il ricovero

Al centro delle indagini degli investigatori dei Nas, coordinati dai pm Francesca Rombolà e Stefano Puppo insieme all’aggiunto Francesco Pinto, ci sono anche i momenti passati dalla ragazza all’ospedale di Lavagna durante il ricovero del 3 giugno. La 18enne era arrivata con un forte mal di testa e con fotosensibilità. Proprio qui, i medici scrivono nella cartella clinica alla voce «anamnesi patologica remota» che la giovane ha cisti ovariche e piastrinopenia autoimmune familiare. Mentre nell’anamnesi patologica prossima segnano i due farmaci assunti per curare le cisti. Martedì i magistrati daranno l’incarico per l’autopsia al medico legale Luca Tajana e all’ematologo Franco Piovella.

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