Le indagini sulla morte di Camilla Canepa, la 18enne deceduta dopo avere ricevuto la prima dose di AstraZeneca, ruotano attorno alla cosiddetta scheda anamnestica, il certificato consegnato dalla ragazza al medico vaccinatore prima della somministrazione del vaccino anti Covid. Camilla soffriva di una malattia autoimmune, la piastriopenia, che determina un livello basso di piastrine nel sangue. Sulla scheda di Camilla però, riferisce il Corriere della Sera, di questa malattia non c’è traccia. Non solo. La 18enne di Sestri Levante, secondo quanto si è appreso, aveva sviluppato anche una ciste nell’ultimo periodo per la quale, dal 29 maggio scorso, aveva iniziato ad assumere due farmaci: uno a base di ormoni, il Progynova, e uno di estrogeni, il Dufaston.
Stando a una fonte sanitaria vicina alla vicenda, citata sempre dal Corriere, entrambi comportano un «rischio trombotico», la possibilità che entri in circolazione un trombo, ovvero la causa del decesso di Camilla. Adesso l’obiettivo degli inquirenti – nell’inchiesta della Procura di Genova coordinata dal procuratore Francesco Pinto – è capire l’effettiva incidenza di questa terapia nei fatti che hanno portato al decesso della ragazza, e fare luce sul motivo per cui quella autocertificazione presentata da Camilla non avesse tutte queste informazioni.
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