Gli ultimi messaggi di Giulio Regeni a un amico prima di morire: la chat che spazza via ogni sospetto che fosse una spia

Nei messaggi diffusi dal Guardian, lo studente si diceva preoccupato per i rischi di stare in Egitto mentre lavorava alle sue ricerche per la tesi di dottorato a Cambridge

I messaggi inviati tramite Facebook a un amico da Giulio Regeni nelle settimane precedenti al ​​suo omicidio al Cairo smentiscono qualsiasi teoria – circolata in questi mesi in Egitto – che fosse una spia o un agitatore politico. Già prima di lasciare l’Inghilterra, dove studiava, Regeni appariva preoccupato per i rischi nei quali sarebbe potuto incorrere in Egitto facendo la tesi su un argomento delicato, e cioè il ruolo dei nuovi sindacati nella ricostruzione del Paese dopo le rivolte contro Mubarak. Lo studente, comunque, pensava che il peggio che gli sarebbe potuto accadere sarebbe stata l’espulsione dal Paese prima che potesse finire le sue ricerche. A diffondere i contenuti di quei messaggi è il Guardian. «L’Egitto è in uno stato difficile in questo momento», aveva scritto Giulio all’ amico (anonimo). «La dittatura è tornata e fino a poco tempo fa non era chiaro quanto sarebbe diventata brutale. Sembra che ora la situazione si stia “stabilizzando”… ma lo stato delle cose resta molto precario». A ottobre 2015, pochi mesi prima della sua scomparsa e ad appena un mese dal suo arrivo in Egitto, Giulio aveva descritto i sindacati come «l’unica forza della società civile rimasta in piedi» dopo il colpo di stato del generale al-Sisi contro Morsi, il leader dei Fratelli Musulmani salito al potere dopo le primavere arabe.


I sospetti di Regeni

Secondo il quotidiano inglese, Regeni aveva iniziato a preoccuparsi quando, durante una riunione di attivisti sindacali, aveva notato una giovane donna con il velo scattargli una foto con il telefono. Da quel momento, Giulio aveva iniziato a temere di essere sorvegliato dal regime. In uno dei suoi ultimi messaggi su Facebook, Regeni aveva chiesto aiuto con l’inglese per un paper che aveva scritto riguardo le sue ricerche. Cinque giorni dopo, Giulio è stato rapito per strada mentre andava a una serata fuori. Nove giorni dopo, il suo corpo è stato ritrovato senza vita sul ciglio dell’autostrada Cairo-Alessandria.


Immagine di copertina: ANSA / ANGELO CARCONI

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