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Dopo un altro anno di scuola in Dad aumentano bocciati e rimandati: il bilancio preoccupante degli scrutini

25 Giugno 2021 - 09:23 Redazione
Duri alcuni dirigenti e professori che hanno preferito tenere una linea più dura agli scrutini: «Dopo un anno e mezzo terribile non potevamo fingere che nulla fosse accaduto. Promuovere tutti nel 2020 ha avuto conseguenze»

Un bilancio preoccupante, quello della scuola italiana: schizzano i dati degli alunni bocciati ma anche di quelli rimandati. Con gli scrutini dei giorni passati, per i docenti è stata l’occasione per tirare le somme di un anno e mezzo passato a fare lezione in Dad a causa della pandemia di Coronavirus. Aumenta così il tasso degli studenti rimandati a settembre così come quello dei bocciati. Il motivo? Le troppe assenze, secondo la Repubblica, che hanno inciso profondamente sul profitto e sulla valutazione finale. In alcuni istituti si è preferita la linea morbida: per questo dirigenti e professori hanno cercato di tenere conto delle difficoltà incontrate dai ragazzi nell’affrontare un anno scolastico in video conferenza, e hanno fatto il possibile per ammettere all’anno successivo la maggior parte di loro. Altri, invece, hanno voluto tenere il punto rispetto a quanto detto dal ministro Bianchi che mesi fa aveva spiegato che non avrebbe avuto senso togliere la bocciatura come accaduto lo scorso anno, perché la Dad non è più una novità. «Dopo un anno e mezzo terribile non potevamo fingere che nulla fosse accaduto. Abbiamo tenuto conto della didattica a distanza, delle chiusure, delle quarantene e delle difficoltà emerse – spiega Domenico Squillace, preside del liceo scientifico Volta, dove i bocciati sono 20 -. Si tratta di bocciature che riguardano due anni. Promuovere tutti nel 2020 ha avuto conseguenze».

L’aumento di bocciati e rimandati dopo un anno di scuola in Dad

A Sassari, all’Istituto Desilla, l’impennata dei bocciati ha comportato un aumento dal 6% del 2019 all’11% di quest’anno. Ed è leggermente aumentato il numero di non scrutinabili, dal 12 al 13%. «La pandemia invece ha accentuato la tendenza di alcuni ragazzi a lasciarsi andare e rinunciare a una frequenza regolare, fino a interromperla completamente». Lo stesso vale per i non ammessi alla Maturità. «Da noi sono passati dal 6% del 2019 all’11% – continua la dirigente – la Dad ha creato delle grosse lacune. Alcuni studenti si sono letteralmente arresi, rinunciando alla frequenza alla fine dell’anno scolastico e alla presentazione dell’elaborato per l’esame». In una decina di istituti di Palermo i bocciati sono stati il 4%, ma altrettanti sono i non scrutinati per troppe assenze. Al Buontalenti di Firenze, un istituto alberghiero, i bocciati sono oltre 180 su 1.200 alunni (il 2,63% in più rispetto al 2019). Anche l’aumento delle bocciature allo scientifico Fermi di Bologna (da 60 nel 2019 a 72) ha la stessa motivazione: studenti non scrutinati per frequenza discontinua.

Quasi mai in classe

C’è poi una fetta di studentato che non ha mai neanche assaporato la vita nelle aule e nei corridoi di una scuola superiore: sono quelli che hanno vissuto per due anni solo la scuola a distanza, e che hanno sofferto di più la propria condizione. Al liceo Pellico-Peano di Cuneo i bocciati (3%) e i ripetenti (15%) sono in linea con gli anni pre-pandemia. «Le maggiori difficoltà si sono registrate al biennio», spiega il preside Alessandro Parola. Aver ripreso le lezioni in presenza, a maggio, ha consentito a molti di recuperare: «Prima delle vacanze pasquali avevamo inviato circa 150 comunicazioni ad alunni potenzialmente a rischio di bocciatura. Poi due su tre si sono risollevati anche grazie alla fine della Dad».

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