L’allerta in Finlandia, il picco nel Regno Unito e la stretta chiesta da Berlino: in Europa cresce la preoccupazione per la variante Delta

Angela Merkel ha chiesto un «approccio europeo coordinato» per gestire gli ingressi dai Paesi in cui la variante è maggiormente diffusa

Mentre in Italia Figliuolo ammette che la variante Delta «preoccupa ma i vaccini proteggono», e mentre il premier Mario Draghi dice che le varianti «creano incertezza sulla ripresa», in tanti altri Paesi la situazione si fa sempre più preoccupante. In Finlandia, ad esempio, è stato registrato un esteso focolaio di casi confermati di Covid-19 con variante Delta che ha colpito quattro strutture ospedaliere nel mese di maggio. In Gran Bretagna, invece, salgono a quota 16.703 i casi di Covid, alimentati dalla variante Delta (che adesso rappresenta il 90 per cento di tutti i contagi). Si tratta del numero più alto dal 6 febbraio. Ieri, 24 giugno, la Cancelleria Angela Merkel, al vertice dei leader Ue a Bruxelles, ha annunciato la richiesta di un «approccio coordinato» sugli ingressi dei viaggiatori che arrivano dai Paesi in cui la variante è maggiormente diffusa.


Cosa sta succedendo negli Usa

La variante Delta arriva in un momento di allentamento delle misure di contenimento della pandemia del Coronavirus in tutto il mondo. Dunque, rischia di trovare terreno fertile per la sua diffusione. Ecco perché il capo dell’unita tecnica anti-Covid dell’Oms, Maria Van Kerkhove ha lanciato l’allarme sostenendo che la variante Delta «ci preoccupa molto e circola già in 92 Paesi. Ora ha l’opportunità di trasmettersi con l’aumento della socializzazione». Negli Usa, ad esempio, costituisce già il 20% dei nuovi casi Covid: «Questa variante rappresenta attualmente la più grande minaccia rispetto al nostro tentativo di eliminare il Covid-19», ha dichiarato Anthony Fauci, noto epidemiologo statunitense.


Germania

In Europa, invece, rischia di essere il 40-60% più trasmissibile rispetto a quella già in circolazione. Per il Centro europeo di prevenzione e controllo delle malattie (Ecdc) «entro fine agosto il 90% delle nuove infezioni nell’Ue da Sars-CoV-2 sarà dovuto a questa variante». E c’è anche un «rischio maggiore di ospedalizzazione». In Germania, invece, la variante interessa il 15% di tutti i nuovi casi. Per il ministro della Salute tedesco bisogna prestare massima attenzione: la variante Delta è «particolarmente contagiosa» e può «rimettere in discussione il successo della lotta alla pandemia».

Portogallo, Russia, Francia e Israele

Nella zona di Lisbona oltre la metà dei nuovi casi di Covid sono rappresentati dalla variante Delta, mentre in Russia la percentuale sale all’89% dei casi. Numeri più contenuti in Francia dove l’ex variante indiana si attesta al 10% contro il 2-4% della scorsa settimana. Segno che sta avanzando velocemente. In Israele, invece, sono stati registrati, per il terzo giorno consecutivo, 100 nuovi casi, dovuti in gran parte proprio alla variante Delta.

L’importanza della seconda dose per combattere la variante Delta

Intanto a Malta è stata anticipata la seconda dose del vaccino AstraZeneca perché – come spiega nel corso del programma Timeline su SkyTg24 il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri – gli effetti clinici di questa variante «sono limitati nei soggetti che hanno ricevuto due dosi». Con Pfizer – aggiunge l’immunologo e membro del Cts Sergio Abrignani – «si ha buona protezione dalla variante Delta, sia di infezione che in termini di sviluppo della malattia e morte. I vaccini funzionano». Ma bisogna fare in fretta: «I numeri della variante Delta in Italia sono aumentati e continueranno ad aumentare, tenderà a sostituire anche da noi, come nel Regno Unito, la variante inglese. Il nostro compito – ha concluso Sileri – è rallentarne la velocità di diffusione e rafforzare il tracciamento per limitarne i casi».

Foto in copertina: ANSA/AUSL PIACENZA

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