«Faccio un cappello introduttivo. Ho appena finito di leggere un articolo fantastico del giornalista Stefano Feltri, il quale accendeva un riflettore sul fatto che io e mia moglie, con i nostri milioni di follower, saremmo da regolamentare. Trovo assurdo che Berlusconi possa fare l’imprenditore e il politico e io e mia moglie no. Siamo cittadini, entriamo nel dibattito pubblico. De Benedetti, Briatore, Montezemolo possono fare gli imprenditori e dire la propria, Fedez e Ferragni no». Dopo questo appunto, Fedez ha portato sul palco del suo account Instagram il deputato Pd Alessandro Zan. «Ad oggi c’è stato un cambio di passo del partito di Matteo Renzi», sottolinea Fedez, accusando Renzi di voler tergiversare cercando una mediazione impossibile con Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
«Italia Viva ha dato un contributo importantissimo al testo finale del disegno di legge», ammette Zan. E aggiunge: «Però, prima di dire “la legge non passa”, bisogna difendere la legge approvata a larga maggioranza alla Camera. Sono consapevole che non sarà una passeggiata al Senato. Anziché cercare la mediazione, si provasse a portare a casa la legge, sarebbe un atteggiamento positivo. Renzi vuole cercare un accordo con la Lega, partito di governo. Ma questa legge non c’entra nulla con il governo». A questo punto, Fedez interviene domandando: «Come si può pensare di mediare su questo genere di leggi con un partito che ha firmato la carta valoriale di Orban, un partito che ha al suo interno Pillon, che esprime esponenti omofobi nelle amministrazioni locali?».
Ma il problema, fa notare Zan, che in virtù della mediazione si perderebbe il diritto all’identità di genere. «La Lega vuole togliere l’identità di genere perché vuole evidentemente discriminare la popolazione transgender. Come posso io avvallare una mediazione che toglie i diritti a queste persone». Allora Fedez incalza: «Perché mediare ulteriormente su una legge che è già frutto di mediazione? Mi assumo le responsabilità di quello che dico: c’è un protagonismo intrinseco di Renzi, che vuole dire “Sono arrivato io, Napoleone”. C’è la mania di mettere il cappello su questa legge. Renzi è un politico con manie accentratrici. Non ha a cuore la legge, vuole mettersi il gagliardetto». Zan glissa l’argomento ed evita lo scontro frontale con il leader di Italia Viva: «A Renzi va riconosciuta la legge sulle unioni civili».
Cappato, entrato a diretta già iniziata, non è tranchant come Fedez sul tentativo di mediazione renziano: «In politica il compromesso non è una cosa sporca. Però, bisogna entrare nel merito. Il compromesso che si cerca, qui vuole buttare via la parte migliore della legge. La parte sull’educazione, sulla scuola è quella che deve aiutare la cultura. Sono diffidente che, in questo senso, possa essere il campo del penale ad apportare il vero cambiamento nella società. Poi, anche la questione dell’identità di genere è una parte irrinunciabile. Significa che come mi sento io, lo decido io. Se fosse un compromesso che salva il cuore della legge, lo farei anch’io con la Lega. Ma se è un compromesso di questo tipo è una strada sbagliata, nel merito, non per fare i massimalisti».
Mentre gli interlocutori del rapper cercano di sottrarsi ai giudizi sul leader di Italia Viva, Fedez torna sempre lì: «Renzi è consapevole che si va a smembrare la parte più importante della legge se si scende a patti con le forze politiche come la Lega», dice. A questo punto, Zan ricorda: «Calcolatrice alla mano, se ci sono tutte le forze politiche che hanno votato la legge alla Camera, i voti ci sono. Io non dico che con il voto segreto sia una passeggiata, ma dico che dobbiamo soffermarci sul merito. Parliamo di mediazioni ignorando le vite, le persone». E a proposito di voto segreto, Cappato si schiera più nettamente con Fedez: «I regolamenti del Senato prevedono il voto segreto sulle questioni di coscienza. E io non sono d’accordo. È importante che i parlamentari rispondano alla propria coscienza, ma anche che gli elettori sappiano cosa votano i loro rappresentanti».
Giuseppe Civati, l’ultimo a fare capolino nella live di Fedez, difende invece l’istituto del voto segreto dei parlamentari, ma ritiene che su questo disegno di legge non sia il caso di farvi ricorso: «Il voto di coscienza dei parlamentari, la loro libertà anche attraverso strumenti come il voto segreto non deve colpire la libertà e la coscienza dei cittadini che rappresentano». Il fondatore del partito Possibile definisce «strumentale» l’iniziativa politica dell’ex amico di Leopolde: «Io penso una cosa banale. La posizione di Scalfarotto e di altri parlamentari di Italia Viva, un mese fa, era la stessa che abbiamo noi. Lo sguardo di Renzi è proiettato, invece, ad altre battaglie, si tratta di un suo tentativo di posizionamento politico, poi avete visto? Parla spesso del Quirinale. Il punto è che noi interessa il ddl Zan perché apre mille questioni relative ai diritti, a Renzi interessa altro evidentemente. “Strumentale”. Utilizzerei questo termine: è un atteggiamento strumentale».
«Se Italia Viva vota la legge, la legge passa – interviene il deputato del Pd -. Io ci sto anche a quello che ha detto Italia Viva: “Noi tentiamo la mediazione con la Lega, che sta al governo, per non creare fibrillazione all’esecutivo. Se le mediazioni con la Lega non dovessero trovare un terreno comune, noi assicuriamo il voto al ddl Zan”». Ma chiarisce: «Non possiamo accettare emendamenti che creano scriminanti, disparità di trattamento. Proprio su questo, quello che dico io, anche al Senato, troviamo una mediazione sull’identità di genere. Ma la Lega non vuole mediare, vuole solo piazzare trappole per affossare la legge. Se mi presenta una mediazione che esclude le persone trans, è una mediazione che vuole togliere un pezzo di umanità alla legge».
E dopo un passaggio di Civati sull’ingerenza dello Stato Vaticano in un disegno di legge italiano, «ha influito molto: ha dato un’esca a un dibattito che si stava concludendo», il politico riserva un attacco al segretario del Partito democratico. «Io ho avuto una discussione con Enrico Letta, che io chiamo Enrico Light perché su questi temi ha posizioni sempre moderate, e che ha detto che il Vaticano va ascoltato. Per me, su questa legge, no. L’ha ribadito addirittura Draghi la laicità dello Stato». È passata quasi un’ora di diretta e arriva il momento delle conclusioni. Fedez non può che tornare ad attaccare Renzi, ormai sua nemesi in questo dibattito: «Un politico ha deciso in qualche modo di fare questa giravolta e di cambiare le carte in tavola. Il messaggino che mi permetto di dare a Renzi, o all’ego di Renzi, visto che si vuole fregiare di essere paladino dei diritti, è questo: facendo votare il ddl Zan al suo partito, riuscirebbe anche a… non so se lo voglio dire – fa una pausa e poi lancia la stoccata finale – dopo l’Arabia Saudita, dopo l’elogio all’Arabia Saudita che non è proprio la patria dei diritti, Matteo potrebbe addirittura riscattarsi».
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