Riceviamo alcuni messaggi dove vengono riportati alcuni titoli di giornale riguardanti delle dichiarazioni attribuite ad Andrea Crisanti, Roberto Burioni, Luc Montagnier e Pier Luigi Garavelli dell’ospedale di Novara. Secondo le narrative proposte, le vaccinazioni non dovrebbero essere fatte durante una pandemia a causa della circolazione del virus e lo sviluppo di varianti. Dell’argomento vaccini e varianti ce ne siamo occupati in diverse occasioni, soprattutto in merito ai dati provenienti dal Regno Unito e da Israele.
Per chi ha fretta
- I virus hanno bisogno delle cellule per replicarsi.
- Più si replicano, più possono riportare errori generando possibili varianti (più o meno pericolose).
- I vaccini diminuiscono “drasticamente” la possibilità del virus di replicarsi.
- Gli esperti insistono nel vaccinare il maggior numero di persone in tempi brevi, altrimenti potremmo avere ulteriori problemi.
- Gli esperti non mettono in dubbio l’importanza dei vaccini per affrontare il nuovo Coronavirus.
- La teoria del “non bisogna vaccinare durante un’epidemia” viene meno di fronte ai risultati ottenuti dalla vaccinazione effettuata durante la recente epidemia di Ebola del 2021.
Crisanti, le varianti in Brasile e i vaccini
Tra gli screenshot segnalati troviamo quello dell’articolo intitolato «Crisanti: “In Brasile 92 varianti Covid, sbagliato vaccinare: aumenta la resistenza del virus”» che ritroviamo pubblicato su Dire.it il 19 aprile 2021.
Un titolo simile lo troviamo in un articolo del 15 gennaio 2021, pubblicato su Globalist, dal titolo «L’allarme di Crisanti: “Vaccinare in piena pandemia può favorire la mutazione del virus”». Il problema sta nel leggere solo il titolo, non il contenuto.
Partiamo in ordine cronologico. Nell’articolo di Globalist Crisanti non si dichiara contrario alla vaccinazione, sostenendo che bisognava farlo e in tempi brevi al fine di arrestare la diffusione del virus: «Inoltre con questi livelli di trasmissione una vaccinazione prolungata può favorire l’emergenza di varianti resistenti al vaccino. Quindi o si vaccina tutti assieme il più velocemente possibile, oppure bisogna abbattere la trasmissione, perché vaccinare lentamente con livelli di trasmissione elevata, secondo me, è un azzardo biologico».
Nell’articolo di Dire.it, invece, ritorna sull’argomento riportando un ulteriore tassello al discorso, ossia l’importanza e l’utilità dei vaccini a mRNA come Pfizer e Moderna rispetto a quelli a vettore virale di Astrazeneca e Johnson & Johnson: «questi vaccini, oltre ad avere un’efficacia paragonabile a quelli a vettore virale, hanno anche grandi vantaggi: possono esser utilizzati per inseguire le varianti del virus, sono facili da cambiare e da produrre, e non inducono una immunità contro la componente stessa del vaccino, l’Rna. Viceversa, i vaccini a vettore virale inducono l’immunità contro il vettore, quindi più volte si usano e meno efficacia hanno e sicuramente non sono in grado di essere utili per una strategia che abbia l’obiettivo di inseguire e di proteggerci contro le varianti se diventassero davvero un problema di salute pubblica».
Le affermazioni di Andrea Crisanti, come possiamo ben notare, non equivalgono a un «Non si vaccina mai durante una pandemia».
Garavelli e le vaccinazioni durante una pandemia
Uno degli screenshot riporta un articolo di Blogsicilia.it, dal titolo «”Non si vaccina mai durante una pandemia”, così l’infettivologo Garavelli», del 21 marzo 2021 dove leggiamo: «In questa situazione, a non essere normale è una cosa che si impara al primo anno di specializzazione. Ovvero, non si vaccina mai durante una epidemia. Perché il virus reagirà mutando, producendo varianti e sarà sempre più veloce di noi».
Come avevamo riportato in un articolo del 22 marzo 2021, i vaccini attualmente in uso non sono pensati per debellare il virus, ma a rallentarne la diffusione che è la principale fonte delle varianti. Più si lascia circolare il virus, più questo muta. Vedremo questa questione con un altro elemento presente nell’immagine e riguardante Roberto Burioni.
Il tweet di Burioni su varianti e vaccini
Nell’immagine segnalata troviamo un tweet di Roberto Burioni del 26 maggio 2021 dove scrive: «Il CDC ha smesso di sequenziare le infezioni lievi che avvengono nei vaccinati. Questo è un errore FATALE che può avere gravi conseguenze anche per noi, visto che eventuali varianti pericolose emergeranno certamente dove si vaccina di più, come negli USA».
L’ultima affermazione, quella riguardante le varianti pericolose che sarebbero emerse dove si vaccina di più, è legata a una sua successiva pubblicazione su Nature, co-firmata con Eric Topol, che avevamo citato in un articolo del 30 giugno 2021 sul tema delle varianti:
Come riportato in una lettera pubblicata su Nature lo scorso 21 giugno 2021 (citato su MedicalFacts), a firma Roberto Burioni ed Eric Topol, il corso naturale della pandemia è stato alterato proprio dai vaccini (in passato non abbiamo avuto questa possibilità) e viene valutato uno scenario: «in Paesi come gli Stati Uniti, dove il virus circola ancora e i vaccinati sono molti, il vantaggio maggiore per il virus deriverebbe da varianti in grado di infettare le persone vaccinate» precisando che questo «fatto che non si è ancora verificato».
Inoltre:
A che serve, dunque, vaccinarsi? La redazione di MedicalFacts (sito di uno degli autori della lettera a Nature, Roberto Burioni) spiega che «la vaccinazione resta comunque fondamentale perché, non solo impedisce la malattia e il contagio, ma rende più difficile la comparsa di nuove varianti, in quanto diminuiscono la probabilità di contagio». Ecco perché, nella lettera di Nature, gli autori invitano a vaccinare, con vaccini efficaci, anche i cittadini di quei Paesi meno fortunati.
Luc Montagnier e le varianti
Passiamo ora alla citazione attribuita a Luc Montagnier e riportata dal sito Detoxed: «Premio Nobel Luc MONTAGNIER: “La vaccinazione di massa? Un errore enorme, sta creando le varianti”».
Ce ne eravamo occupati in un articolo di maggio 2021, poco tempo dopo la pubblicazione del video su Detoxed, dove avevamo spiegato le diverse affermazioni scorrette dello scienziato che dopo il Premio Nobel (che non aveva vinto da solo) aveva scelto la strada della pseudoscienza. Ecco i punti riportati in merito alla questione varianti e vaccini:
Dobbiamo poi distinguere tra un migliaio di varianti di interesse (le VOI, che non dimostrano significativamente di essere pericolose) e quelle di maggiore preoccupazione (le VOC: inglese, sudafricana e brasiliana), che mostrano qualche indizio di potenziale pericolosità.
Le ragioni per cui emergono le varianti sono molteplici. Si ipotizza che quelle più preoccupanti possano derivare da trattamenti con plasma iperimmune in pazienti immuno-compromessi. In generale il fattore più importante è il tempo. Più tempo passa maggiore è la probabilità che emergano mutanti. Ragione per cui anche gli studi più pessimisti auspicano campagne vaccinali rapide su ampie fasce di popolazione. Anche l’eventuale ingresso in una fase endemica non rende affatto pericoloso vaccinare in pandemia.
Vaccinazioni durante l’epidemia Ebola
Ricordiamo l’epidemia Ebola del 2014-2016. All’epoca non era completamente disponibile un vaccino, le prime dovevano essere disponibili solo a partire dal 2020. A metà febbraio 2021 era riapparso il virus dell’Ebola in Guinea, mettendo nuovamente a rischio la popolazione già colpita durante la prima epidemia. Le autorità locali avviarono, in accordo con l’OMS e appena nove giorni dopo l’inizio della nuova epidemia, le somministrazioni del vaccino.
Il 19 giugno 2021, l’OMS dichiarò conclusa l’emergenza riportando i punti di forza dell’intervento: le autorità sanitarie hanno affrontato adeguatamente l’epidemia grazie all’esperienza acquisita in passato, gli operatori sanitari erano ampiamente formati, la rete delle strutture diagnostiche e di trattamento epidemiologico, così come delle vaccinazioni effettuate in tempi brevi delle persone a rischio.
L’esempio dei batteri resistenti agli antibiotici
È importante precisare che non è possibile paragonare virus e batteri, dove questi ultimi più li aggredisci con gli antibiotici e più si possono evolvere diventando resistenti. I batteri sono esseri viventi, si nutrono e sono capaci di moltiplicarsi in autonomia. I virus non siamo sicuri nemmeno se considerarli esseri viventi. Non si nutrono, né sono capaci di moltiplicarsi da sé. Per evolversi necessitano di poter infettare quanti più ospiti possibile, perché sono le cellule a replicarne il genoma, permettendo così che avvengano delle mutazioni, facendo emergere le varianti Covid (più o meno pericolose). I vaccini riducono notevolmente la capacità del virus di infettare le cellule, anche chi dopo il vaccino risulta positivo, comunque ha una carica virale molto bassa, quindi il virus infetta meno. Ecco perché è importante vaccinare con entrambe le dosi velocemente.
Conclusioni
Ciò che va compreso è che il Sars-Cov-2 ha maggiori possibilità di mutare quando ha maggiori possibilità di replicazione, soprattutto se infetta un organismo senza ostacolo alcuno. Il vaccino ha il compito di istruire l’organismo a riconoscere il virus e a frenare la sua replicazione, diminuendo drasticamente le sue possibilità di “mutazione”.
La vaccinazione di massa contro il Sars-Cov-2 può venire meno se non si effettuano le somministrazioni in tempi brevi. Gli esperti riportano che un rallentamento della campagna vaccinale può essere un rischio.
Le citazioni riportate nei meme, dunque, non supportano in alcun modo le teorie No Vax.
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