Euro 2020, no ai maxischermi e stretta sui controlli: verso la finale tra entusiasmo e paura del contagio

Il Viminale invita i questori a presidiare le aree dove i tifosi si potrebbero radunare per vedere la partita. Le ordinanze dei sindaci: no agli alcoolici e controlli per gli assembramenti

Niente maxischermi nelle maggiori piazze italiane per la finale di Euro 2020. Mentre il ministro della Salute Roberto Speranza si appella al senso di responsabilità durante Italia-Inghilterra: «Tifiamo ma attenzione, va usata la mascherina in ogni situazione, anche all’aperto, in cui c’è il rischio di assembramenti e di non tenere almeno un metro di distanza». Mentre il Viminale invita i questori a presidiare le aree dove i tifosi si potrebbero radunare per guardare la partita o per festeggiare in caso di vittoria della Nazionale. Comincia così la vigilia dell’ultima partita degli Europei al tempo del Coronavirus, con un paese diviso tra la voglia di esultare e il rischio di focolai con la variante Delta in agguato. E così a Roma salta il progetto di aprire lo stadio Olimpico e far entrare 16 mila tifosi per vedere la partita e tifare per gli Azzurri. Il tentativo della sindaca Virginia Raggi con il prefetto Matteo Piantedosi si è andato a infrangere contro le regole ancora in vigore: non essendo considerato un evento sportivo ma uno spettacolo pubblico, avrebbero potuto partecipare al massimo mille persone (1.500 con la deroga).


Nella Capitale saranno comunque operative le aree dedicate ai supporter: quella di Piazza del Popolo, che però sarà come al solito accessibile soltanto su prenotazione e con una capienza massima di 2.500 posti, e quella dei Fori Imperiali, dove al massimo potranno essere un migliaio i partecipanti. Raggi e Piantedosi valutano di installarne altri, anche per evitare assembramenti nelle due aree. Intanto però ieri i sindaci di molti comuni hanno deciso di non allestire maxi-schermi per vedere la finale. Come il primo cittadino di Firenze Dario Nardella o quello di Milano Beppe Sala, che ha annunciato anche controlli anti-assembramento. Hanno detto no a feste in piazza anche Monza, Bari, Trento, Palermo, Ferrara, Venezia, Chieti, Padova, Trieste, Sassari e Cagliari. E in alcuni casi sono previste ordinanze ad hoc per «salvaguardare la sicurezza dei cittadini nel rispetto delle norme anti-covid». Come a Rimini, dove il comune ha vietato la vendita di alcoolici in bottiglia o in lattina. O a Palermo, dove il sindaco Leoluca Orlando ha spiegato che «al termine della partita siamo pronti con le forze dell’ordine ad interventi di alleggerimento della tensione».


I controlli del Viminale

Altre ordinanze sono in arrivo a Venezia e a Padova, valide dalle 19 dell’11 luglio fino alle 6 del giorno successivo. nel capoluogo il divieto toccherà alle attività commerciali, artigianali e agli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande. Infine stop a botti, petardi e fuochi d’artificio. Ci saranno comunque i locali all’aperto a soddisfare la voglia di vedere la partita in compagnia. Ma, si spera, rispettando le regole: numeri contingentati, distanziamento e mascherina all’interno. E il difensore azzurro Leonardo Bonucci ha lanciato un appello ai tifosi, invitando i ragazzi «a festeggiare nel rispetto di se stessi e del prossimo. Ho visto immagini dure – dice – difficili, poco rispettose, che vanno stigmatizzate». Intanto, fa sapere oggi il Corriere della Sera, il Dipartimento di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno ha invitato i questori a mettere a punto piani di vigilanza che prendano «in considerazione il presidio di aree centrali dove i tifosi si sono già radunati per festeggiare le vittorie della Nazionale nelle settimane scorse». Per assicurare il rispetto delle norme anti-Covid ma anche aggressioni come quella nei confronti del rider a Cagliari. La Digos scenderà in campo con le videocamere per identificare gli eventuali infiltrati violenti. E in caso di sconfitta dell’Italia bisognerà comunque gestire il deflusso di chi è uscito per andare a vedere la partita.

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