Draghi e Cartabia a Santa Maria Capua Vetere. Il premier: «Non c’è giustizia dove c’è abuso. Il sistema va riformato» – Il video

Il presidente e la guardasigilli visitano la casa circondariale Francesco Uccella. La ministra: «Il governo prenda in carico i problemi delle carceri»

Grande accoglienza per il premier Mario Draghi arrivato in visita al carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. La presenza del presidente del Consiglio nella casa circondariale Francesco Uccella, insieme alla ministra della Giustizia Marta Cartabia, arriva a seguito della diffusione dei video di violenze pubbliche perpetuate ai danni dei detenuti. Appena l’auto con a bordo il premier è giunta all’ingresso del penitenziario, dalle celle sono scattati applausi e grida. Secondo quanto riportato dagli inviati Rai presenti sul posto inoltre, durante l’intera visita i detenuti avrebbero accompagnato il passaggio del premier urlando più volte la parola «Indulto» e inneggiato al nome del presidente.


Draghi: «Quello che abbiamo visto negli scorsi giorni ha scosso nel profondo le coscienze degli italiani»

«Venire in questo luogo oggi significa guardare da vicino per iniziare a capire» ha detto Mario Draghi nel suo discorso rivolto alla stampa e a un gruppo di detenuti presenti. «Quello che abbiamo visto negli scorsi giorni ha scosso nel profondo le coscienze degli italiani. Sono immagini di oltre un anno fa. Le indagini in corso stabiliranno le responsabilità individuali. Ma la responsabilità collettiva è di un sistema che va riformato». A fare da eco alle parole del premier anche quelle della ministra Cartabia: «Il governo prenda in carico i problemi delle carceri», ha detto in diretta dal penitenziario di Santa Maria Capua Vetere.


Rivolgendosi al Capo del dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria, Provveditore Generale e Garante Nazionale dei Diritti dei Detenuti, Elisabetta Palmieri, Mario Draghi ha poi invitato ad «affrontare le conseguenze delle proprie sconfitte». «Non siamo qui a celebrare trionfi o successi», ha continuato il premier sottolineando tuttavia la presenza di chi, nonostante «il contesto difficile», svolge un «ottimo lavoro» all’interno delle carceri. «Lavorano ogni giorno con spirito di sacrificio tanti servitori dello Stato, in primis la Polizia giudiziaria che in grande maggioranza rispetta la divisa e i detenuti. A loro va il più sentito ringraziamento del governo».

Le immagini delle violenze, diffuse in esclusiva dal quotidiano Domani e attualmente oggetto di indagine giudiziaria, risalgono al 6 aprile 2020 e denunciano il clima di orrore che i detenuti, ascoltati in seguito dagli inquirenti, hanno poi confermato. Ispezioni intime, obbligo di spogliarsi nudi, flessioni, sputi in faccia e in bocca sono solo alcuni dei trattamenti emersi dai video messi agli atti dalla Procura di Caserta e dalle testimonianze raccolte. «Davanti ai miei occhi hanno preso un ragazzo e lo hanno violentato», ha raccontato agli inquirenti una delle vittime del pestaggio. «Un altro ragazzo stava molto male, volevo farlo bere, le guardie mi diedero una bottiglietta d’acqua ma era vuota e, quando lo feci presente, loro deridendomi mi portarono in bagno e, tirato lo sciacquone del water, mi dissero di riempirla lì».

Cartabia:«Far voltare pagina al mondo del carcere»

La ministra della Giustizia Marta Cartabia è intervenuta subito dopo il premier Draghi rivolgendosi proprio al presidente ed esortando il governo ad un radicale cambiamento del sistema penitenziario. «Che questa sia l’occasione per far voltare pagina al mondo del carcere» ha detto la Guardasigilli, proponendo immediate assunzioni di nuovo personale. «Occorre procedere subito ad assunzioni di personale nelle carceri e più fondi per la formazione permanente».

«Polizia Penitenziaria è istituzione sana e responsabile»

«Questa visita sia un’occasione per richiamare tutti alla giusta valutazione della gravissima situazione che vive il sistema penitenziario», ha detto il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Sicurezza Cisl, Massimo Vespia. «Che si valutino le difficoltà di una condizione così disastrata, regalata da decenni di politiche sbagliate, e si cambi direzione», ha aggiunto: «Quanto è accaduto in Campania è da condannare fermamente. Ma quello che ci preme tornare a ribadire con forza è che il Corpo della Polizia Penitenziaria è un’istituzione dello Stato sana e responsabile, composta da uomini e donne che ogni giorno lavorano con profondo senso di responsabilità». Il Segretario Generale ha infine chiesto «più provvedimenti strutturali e meno misure episodiche».

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