Tregua tra Grillo e Conte, da domani il voto sul nuovo Statuto M5s. Cosa prevede il “patto della spigola”

Il nuovo statuto potrebbe essere votato dagli iscritti già sabato 17 luglio. Dopo la pace tra i due leader ora si pensa alla prossima sfida: la riforma della giustizia

Quel post in cui Beppe Grillo dava a Giuseppe Conte dell’incapace senza visione politica è sparito dalla home del blog dell’Elevato. Al suo posto c’è la foto della tregua tra i due sorridenti seduti ancora a tavola in un ristorante di Marina di Bibbona. E in qualche modo il nuovo corso del M5s riprende, a partire da questo “patto della spigola”, in onore alla portata principale del pranzo, che prova ora a far dimenticare le ultime due settimane di veleni e colpi bassi. Primo passo sarà il voto sul tanto contestato nuovo Statuto, che secondo Annalisa Cuzzocrea e Valeria Strambi su la Repubblica potrebbe essere sottoposto al voto degli iscritti già da domani, sabato 17 luglio. Dopo di che, si passerà alla formazione dei nuovi organi che, stando ai patti, saranno riempiti di fatto da candidati proposti dal Garante, che manterrà il ruolo di custode dei valori del Movimento. Al futuro presidente Cinquestelle resterà invece campo libero sulle scelte politiche, sulla comunicazione e sulla nomina di almeno un vice. Insieme decideranno il nuovo tesoriere, mentre a Grillo spetterà l’indicazione dei sei candidati tra cui gli iscritti sceglieranno i tre componenti del nuovo Comitato di garanzia. È l’organo che può sfiduciare sia il Presidente che il Garante, attraverso il voto degli scritti. Perciò tra i possibili membri ci potrebbero essere i mediatori di questa tregua, cioè Roberto Fico e Luigi Di Maio.


Il “patto della spigola” tra Conte e Grillo

Se almeno sulla forma che dovrà avere il M5s l’accordo sembra raggiunto, restano tra i due ex litiganti le distanze sui temi caldi del momento. Per esempio sulla riforma della Giustizia della ministra Marta Cartabia, che Conte vorrebbe impallinare a suon di emendamenti, oltre alla battaglia in difesa del Reddito di cittadinanza, che a giorni alterni viene rimesso in discussione dagli alleati di governo. Sullo sfondo c’è il rapporto tra il M5s e il governo Draghi, che il Garante vorrebbe mantenere saldo, mentre secondo diversi parlamentari rischia di incrinarsi ora che si apre il semestre bianco con l’impossibilità di sciogliere le camere.


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