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I ragazzi positivi che sfuggono alla quarantena: «Spengono i telefonini e mentono ai medici»

19 Luglio 2021 - 06:40 Redazione
ragazzi positivi quarantena focolai
ragazzi positivi quarantena focolai
I medici dell'Asl: ci trattano come se fossimo poliziotti. E raccontano di scenate, fughe e menzogne: alcuni dicono di aver bevuto l'aperitivo da soli

Sono 17 milioni gli italiani che non hanno ancora ricevuto il vaccino contro Covid-19. Ovvero il 31% degli over 12 per i quali è indicata l’immunizzazione. Ad aver ricevuto le due dosi sono 27 milioni mentre 10 milioni hanno ricevuto la prima dose e sono in attesa del richiamo. Tra domenica scorsa e sabato sono state fatte 553 mila prime dosi. Ma il 16 luglio le prime dosi sono state 87 mila e i richiami 486 mila. E intanto le Aziende Sanitarie Locali denunciano: «Molti ragazzi positivi sfuggono alla quarantena, spengono i telefonini per non farsi trovare. Oppure negano i contatti con gli infettati e non dicono la verità su chi hanno frequentato. Ma così si allargano i focolai». A riportare il grido d’allarme delle Asl è oggi la Repubblica, che racconta le peripezie dei medici del dipartimento prevenzione nel tracciamento dei giovani contagiati: «Non solo mentono, ma si infastidiscono pure — spiega al quotidiano Fabio Vivaldi, direttore del Sisp Asl Roma 2 — ci dicono che non è nostra competenza sapere cosa hanno fatto. Ci trattano come se fossimo poliziotti, ma il nostro è un compito sanitario e la quarantena non è una “rottura” ma il più importante strumento di prevenzione, insieme ai vaccini, che abbiamo».

I racconti dei medici riportano scenate, fughe, telefonini spenti e menzogne. Come quelle ascoltate durante il contact tracing dopo una serata in uno stabilimento balneare di Ostia che oggi conta 21 casi: i ragazzi positivi dicevano di aver bevuto l’aperitivo da soli. Poi qualcuno ha ceduto: «Gli amici gli avevano intimato di non riferire i loro nomi — dice Stefania Iannazzo, direttrice del Sisp (servizio igiene e sanità pubblica) della Asl Roma 3 —. Soprattutto con i minorenni è dura, i genitori sono molto protettivi. Hanno paura che i ragazzi vengano trattati come appestati dai coetanei. Ma così si finisce per fare ancora più danni». Poi c’è il cluster di Santa Severa sviluppatosi in un bar durante la finale di Euro 2020 Italia-Inghilterra: «Noi ne abbiamo intercettati 10, ma solo 2 sono residenti nel nostro territorio, gli altri sono ragazzi di Roma con seconde case qui — spiegano i tracciatori della Asl Roma 4 — e non appena hanno saputo dei primi positivi del gruppo sono fuggiti a Roma, sono decine». E nessuno riesce a capire chi e dove siano».

La grande fuga dei giovani dal contact tracing

Eppure i giornali sono pieni di allarmi. Un focolaio da Euro 2020 si segnala a Firenze, con 3 persone positive e 9 in quarantena a seguito della finale Italia-Inghilterra davanti a un maxischermo di un locale all’aperto. Quello di Roma nel pub di Monteverde per la sfida degli azzurri con il Belgio ai quarti è al momento il più grande in Italia con oltre 90 casi. In Francia invece un gruppo di 70 maestri di sci del Friuli Venezia Giulia sono rimasti bloccati per diverse positività durante un corso. Nell’isola greca di Ios nel gruppo di 14 ragazzi in vacanza dopo la maturità c’è chi ha riferito di non aver avuto contatti con la prima ragazza trovata positiva per tornare prima in Italia. Alla fine i sette che hanno detto la verità sono rimasti in quarantena. Gli altri se ne sono andati. Alessio D’Amato, assessore alla sanità della Regione Lazio, parla di “omertà da quarantena”: «Credo che adesso, più che mai, serva la massima collaborazione, è necessaria per limitare i danni e controllare la circolazione del virus, che oggi avviene soprattutto in fascia giovanile. Inoltre, se una persona consapevole di essere positiva omette di dichiarare le attività che ha svolto nei giorni precedenti, commette un reato. Spero che i ragazzi se ne rendano conto: il contact tracing serve a frenare l’epidemia».

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