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Salvini e il Green pass “cazz… pazzesca”: «Il vaccino per i giovani non serve»

19 Luglio 2021 - 05:57 Redazione
salvini green pass cazzata pazzesca
salvini green pass cazzata pazzesca
Il segretario della Lega: «Mettiamo in sicurezza dai 60 in su, da 40 a 59 scelgano, per i giovani non serve. Per di più, se vogliamo il Green Pass per tutti, al momento finiremmo a ottobre, facendo saltare la stagione e le vacanze. Sarebbe devastante. E inutile»

Il segretario della Lega Matteo Salvini ieri ha detto che il Green Pass per ristoranti e bar sarebbe «il casino totale, è una cazzata pazzesca». E ha strizzato l’occhio ai no vax parlando del figlio 18enne: «Mi rifiuto di vedere qualcuno che lo insegue con un tampone o una siringa. Prudenti sì terrorizzati no». Il leader della Lega torna oggi sull’argomento in un’intervista rilasciata a la Repubblica: «I dati dicono che l’85 per cento dei deceduti ha più di 70 anni. E sotto i 60, il tasso di mortalità è inferiore all’1 per cento. Va insomma completata l’opera egregia del generale Figliuolo, ma non se ne parla di imporre obblighi, specie ai più giovani. Dall’inizio della pandemia di Coronavirus, i morti tra i 10 e i 29 anni sono stati 85, vale a dire lo 0,1 per cento». Il Capitano del Carroccio ha una ricetta tutta sua: «Mettiamo in sicurezza dai 60 in su, da 40 a 59 scelgano, per i giovani non serve. Per di più, se vogliamo il Green Pass per tutti, al momento finiremmo a ottobre, facendo saltare la stagione e le vacanze. Sarebbe devastante. E inutile». Ma sul Green Pass che decisioni prenderà la Lega in Consiglio dei ministri? «Per andare a San Siro, con 50 mila, o a concerti da 40 mila il Green Pass ha senso, ma sui treni pendolari no, per mangiare la pizza no. Mettiamo in sicurezza genitori e nonni senza punire nipoti e figli. E presto cambieremo il criterio sui colori delle regioni. Su 8 mila posti in terapia intensiva, oggi ne sono occupati 156, in calo rispetto a ieri. Usiamo il modello tedesco, niente Pass, ma buon senso, educazione, regole. In Francia l’hanno reso obbligatorio sia perché la campagna vaccinale aveva difficoltà, sia per il crollo di popolarità di Macron».

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