Gli afghani rientrati in Italia e fuggiti dai talebani: «Abbiamo rischiato di morire, ci cercavano casa per casa» – Il video

Le testimonianze: «Non sono cambiati. Il loro atteggiamento verso le donne e i bambini è lo stesso di prima»

Sono diverse le testimonianze degli afghani – appena rientrati in Italia grazie al ponte aereo Roma-Kabul dell’Aeronautica militare e fuggiti di fatto dai talebani – che in queste ore si trovano nella base logistica dell’Esercito a Roccaraso per la quarantena, prima di raggiungere le proprie famiglie nel nostro Paese. I racconti sono tutti simili: i giovani afghani hanno avuto paura di morire, sostengono che i talebani non siano affatto cambiati e che, dopo la presa di Kabul, si vive già in un clima di terrore. «Vivo da 15-16 anni in Italia, sono tornato in Afghanistan a prendere la mia famiglia ma sono riuscito a portare solo mia moglie e mio figlio, gli altri sono rimasti lì», ha raccontato un uomo di etnia Hazara: «Sono stato 5 giorni, ho avuto paura che mi uccidessero, e ho avuto paura anche per mia moglie e mio figlio», ha aggiunto.


«Donne e giovani che vogliono vivere in libertà non sono più al sicuro»

Un altro afghano, anche lui rientrato in Italia poche ore fa, ha spiegato che con i talebani a essere in pericolo sono soprattutto le donne e i giovani: «Sono andato in Afghanistan per recuperare mia moglie. Sono riuscito a portarla in salvo, ma ci sono tante persone che hanno bisogno di essere salvate. Ora con i talebani non saranno più al sicuro né le donne né i giovani che vogliono vivere in libertà».


«Mi cercavano a casa, i talebani non sono cambiati»

Un ex ufficiale di polizia afghano racconta, infine, che i talebani sono andati a cercarlo persino a casa: «Erano le 8 di un mattino qualsiasi – ha raccontato – quando il primo gruppo armato di talebani si è presentato dietro casa mia. Chiedevano di me, mi cercavano, mostravano le mie foto ai vicini di casa. Io ero un ufficiale di polizia e lavoravo al ministero degli Interni. Loro mi conoscevano. Il giorno dopo sono tornati in macchina, facevano domande su dove fossi, su dove mi trovassi. A quel punto, avendo io studiato all’accademia militare di Modena, ho contattato l’ambasciata italiana per capire se potesse esserci la possibilità di essere evacuato». E così è stato. Ora è sano e salvo, insieme agli altri connazionali. «I talebani non sono cambiati. Il loro atteggiamento verso il popolo, verso le donne e i bambini non è cambiato per niente», ha tuonato.

Fonte video e foto: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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