Afghanistan, caos all’aeroporto di Kabul. Joe Biden: «Evacueremo tutti gli americani e gli afgani vulnerabili»

Il presidente degli Usa ha ammesso che gli Stati Uniti non sanno esattamente quanti americani sono rimasti in Afghanistan o dove si trovano. Intanto, dopo una lunga interruzione, è ripresa l’operazione di evacuazione degli americani dall’aeroporto di Kabul

«Questo è uno dei ponti aerei più grandi e difficili della storia, ora sarà necessario accelerare l’evacuazione di americani e afgani vulnerabili». Queste le parole del presidente degli Stati Uniti Joe Biden sulla difficile situazione in Afghanistan. In diretta dalla Casa Bianca e alla presenza della vicepresidente Kamala Harris e il segretario di Stato Antony Blinken, Biden ha parlato di «progressi significativi» che l’esercito americano ha compiuto in queste ore nella missione di evacuazione, sottolineando come l’aeroporto di Kabul sia «al momento sicuro» e che i voli di rimpatrio «sono stati in grado di riprendere». Intanto circa 80 mila americani e afgani che hanno lavorato per gli Usa sono ancora in attesa di rimpatrio da Kabul. Secondo l’emittente Cbs News circa 10 mila sarebbero cittadini statunitensi, 9 mila invece le persone evacuate da quando i talebani hanno assediato la capitale. Numeri per ora non confermati dall’amministrazione Biden, non in grado per ammissione stessa del presidente di fornire al momento una stima chiara degli americani da rimpatriare. «Faremo tutto, tutto il possibile per fornire un’evacuazione sicura per i nostri alleati, partner e afgani che potrebbero essere presi di mira a causa della loro associazione con gli Stati Uniti», ha continuato a rassicurare Biden, anche in merito al blocco aereo che nelle ultime otto ore non ha permesso la partenza da Kabul di alcun volo americano. «La pausa è stata revocata», ha spiegato il presidente. E, infatti, l’operazione di evacuazione degli americani dall’aeroporto di Kabul è ripresa, come rende noto il Pentagono.


L’ultima volta che Joe Biden aveva rilasciato dichiarazioni sulla questione Afghanistan era stato il 16 agosto scorso. A poco più di 24 ore dalla presa di Kabul da parte dei talebani, il presidente aveva difeso la sua decisione di ritirare le truppe americana dall’Afghanistan. «I soldati americani non possono continuare a morire» aveva detto, rispondendo alle critiche ricevute per la sua decisione. Oggi 20 agosto, dopo aver tenuto il suo secondo discorso, il presidente rimarrà alla Casa Bianca anche per l’intero weekend con un cambio di programma deciso all’ultimo momento. Non partirà come previsto per Wilmington, in Delaware, per trascorrere alcuni giorni nella residenza di famiglia ma rimarrà a Washington.


«Non è il momento delle critiche, l’America ancora credibile nel mondo»

«Ci sarà un sacco di tempo per criticare e indovinare quando questa operazione sarà finita», ha detto Biden davanti alla stampa, «ma ora la priorità è portare a termine questo lavoro». Il riferimento è alle numerose polemiche che la decisione del ritiro delle truppe americane e la modalità con cui è avvenuta l’intera operazione hanno suscitato nel Paese e nel mondo. Il presidente ha poi rassicurato ancora: «Ogni americano che vuole tornare a casa verrà riportato a casa». In quanto alla reputazione dell’America nel mondo Biden non ha mostrato particolari timori: «Non ho visto dubbi sulla nostra credibilità da parte dei nostri alleati in tutto il mondo. Anzi, ho ottenuto l’esatto contrario», ha detto rispondendo ai giornalisti presenti alla Casa Bianca.

Biden smentisce ambasciata Usa a Kabul

Uno dei giornalisti presenti in conferenza stampa ha chiesto al presidente Biden se si sarebbe impegnato nell’immediato ad inviare truppe statunitensi a Kabul per aiutare a evacuare gli americani che al momento sembrano non essere in grado di raggiungere in sicurezza l’aeroporto. Da parte sua Biden ha affermato con certezza di non aver ricevuto alcuna informazione circa americani che non fossero riusciti a raggiungere l’aeroporto, riferendosi a un accordo con i talebani stessi per consentire ai cittadini statunitensi di passare attraverso i checkpoint della città. «Non conosciamo alcuna circostanza in cui cittadini americani, con un passaporto americano, stiano avendo problemi nel raggiungere l’aeroporto», ha detto. Le ultime dichiarazioni del presidente appaiono del tutto contraddittorie rispetto ai rapporti sul campo forniti dall’ambasciata Usa a Kabul: le guardie talebane si starebbero rifiutando di far passare chiunque, compresi quelli con passaporto americano e soprattutto nei posti di blocco vicino l’aeroporto. L’ambasciata ha anche riferito di come al momento «il governo non sia in grado di garantire un passaggio sicuro verso l’aeroporto della capitale».

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