Liberato Saadi Gheddafi, il figlio dell’ex dittatore era in cella dal 2014. Il passato in Serie A e da azionista della Juve

Secondo fonti vicine a Tripoli, avrebbe già lasciato il territorio libico con un volo diretto in Turchia

Dopo sette anni, Saadi Gheddafi, figlio dell’ex leader libico Muammar Gheddafi, detenuto in una prigione a Tripoli dal 2014, è stato scarcerato «in esecuzione di una decisione del tribunale» emessa diversi anni fa, ha detto ad Afp una fonte del ministero della Giustizia. Secondo le ricostruzioni fatte dai media locali Saadi Gheddafi, oggi 47 anni, avrebbe già lasciato il territorio libico con un volo diretto in Turchia. Interpellata dall’Afp, una fonte dell’ufficio del procuratore generale ha affermato che il figlio di Gheddafi era stato rilasciato su raccomandazione della procura. Saadi Gheddafi è ricordato anche in Italia per i suoi trascorsi soprattutto nel mondo del calcio. È stato un giocatore professionista, tesserato in Serie A con il Perugia di Luciano Gaucci. E anche azionista della Juventus, Roma e Triestina attraverso la Libyan Arab Foreign Investment Company e la Tamoil. In Libia era stato anche capitano della Nazionale e poi presidente della Federcalcio libica.


L’estradizione dal Niger e il carcere duro in Libia

ANSA | Un fermo immagine tratto da un video, diffuso da un sito di informazione libico, mostra Saadi Gheddafi mentre viene torturato in un carcere delle milizie islamiste di Tripoli.

Nell’agosto del 2015 era stato diffuso un video in cui Saadi veniva torturato dalle milizie islamiche. Il 19 dicembre 2017 la famiglia denunciò di aver perso ogni contatto con lui: era detenuto in isolamento senza la possibilità di vedere neanche il suo avvocato. Gheddafi era stato estradato dal Niger il 6 marzo 2014. Processato per l’omicidio nel 2005 di un ex allenatore della squadra di calcio Al-Ittihad di Tripoli, Bachir Rayani, era stato assolto nell’aprile 2018 dalla Corte d’Appello di Tripoli, ma è rimasto in carcere. In seguito avrebbe dovuto anche essere processato per il suo presunto coinvolgimento nella repressione della rivolta che ha posto fine al regime di suo padre Muammar Gheddafi, nel 2011.


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