I neofascisti al comando del corteo No vax di ieri a Milano hanno preteso di arrivare a piazzale Loreto – Il video

E così la Questura di Milano ha identificato i promotori della protesta per mancato preavviso e per blocco stradale. Hanno invaso la città, fatto sit-in e mandato in tilt il traffico del centro

Nemmeno l’inchiesta contro i “guerrieri” di Telegram ha fermato i No Green pass che ieri, in tutta Italia, sono scesi in piazza per dire no alla certificazione verde anti-Covid. Alla guida del corteo di Milano stavolta c’erano anche i neofascisti. Si tratta degli ex militanti di Forza Nuova con lo storico leader Marco Mantovani alla guida. I manifestanti (circa 5 mila), pur non avendo avvertito la Questura, avevano fatto sapere, sui social, di voler protestare in piazza Fontana e, invece, impadronendosi delle piazze e delle strade di Milano, hanno sfilato per tutta la città. Dal Duomo – dove si stava provando il Concerto della Filarmonica della Scala che si terrà proprio stasera, 12 settembre – a Porta Venezia fino a piazzale Loreto. La destra voleva sfilare su corso Buenos Aires per poi arrivare, guarda caso, a piazzale Loreto. E così è stato, nonostante le resistenze della Digos. Insomma, hanno fatto come volevano. In più occasioni hanno inscenato sit-in mandando in tilt la circolazione, bloccando gli automobilisti (come mostrano le immagini di Open) e, dunque, causando non pochi problemi all’ordine pubblico.


Alla fine, però, è arrivato l’avvertimento – che i manifestanti hanno preso come una vera e propria minaccia – da parte della Digos: o vi fermate o vi denunciamo. E infatti oggi la Questura di Milano ha fatto sapere di aver identificato alcuni dei promotori della protesta per il mancato preavviso della manifestazione e per il reato di blocco stradale. La loro posizione sarà presto al vaglio dell’autorità giudiziaria che deciderà se procedere con eventuali denunce. La protesta, comunque, «non è stata preceduta da alcun preavviso all’autorità di pubblica sicurezza» ma convocata e organizzata sui social network e sulle piattaforme di messaggistica online, come avvenuto in altre città italiane. Sul canale Telegram “Basta dittatura“, ad esempio, era stato pubblicato l’elenco con tutte le città che aderivano alla protesta. Intanto – nel corso della manifestazione – slogan contro il governo, i virologi Bassetti e Burioni e i giornalisti «terroristi». Mani sulle telecamere, silenzi assordanti (nessuno, o quasi, voleva spiegare il perché del “no green pass”). Inizialmente tra la folla c’era anche Gianluigi Paragone, candidato sindaco di Milano.

Foto in copertina e video di FABIO GIUFFRIDA per OPEN

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