L’atleta paralimpica Giusy Versace: «La corsa è la mia rivincita. Ho imparato a usare le gambe quando le ho perse»

A 28 anni l’incidente che le ha cambiato la vita: «Festeggio quella data perché mi ha spinto a sfide inimmaginabili»

In un’intervista al Mattino, l’atleta paralimpica Giusy Versace spiega com’è nata, all’improvviso, subito dopo l’incidente che le ha fatto perdere l’uso delle gambe, l’idea di cominciare a correre. Lei che giocava a tennis di domenica e che non aveva mai pensato di fare l’atleta, ha deciso di sfidare se stessa e i suoi limiti: «Avevo le gambe ma non correvo se non nel senso in cui lo si fa quando si vive e si lavora a Milano. Ho imparato a usare le gambe quando le ho perse. L’ho fatto perché c’era chi mi diceva che non potevo farlo, che non ero adatta». Così Versace «ci ha provato per ripicca» diventando, di fatto, «la prima donna a correre senza le gambe». «Non avrei scommesso mezzo euro su di me», ha aggiunto.


L’incidente che le ha stravolto la vita 16 anni fa

Giusy Versace, in realtà, è anche conduttrice, ballerina (ha vinto Ballando con le stelle), coreografa, autrice di libri, fondatrice di Onlus e parlamentare di Forza Italia. Versace, in passato, prima dell’incidente del 2005, ha lavorato nella moda, e «non nell’azienda di famiglia dei miei cugini». Ha perso le gambe a 28 anni, poi ha vinto un Olimpiade, due Mondiali, tre Europei e un gran numero di gare internazionali: «Questa (quella dell’incidente, ndr) è una data che festeggio perché da lì è partito l’impulso che mi ha spinto a sfide inimmaginabili. Il vero motore di tutto è stata la mia fede. Ogni giorno ho ringraziato per i primi piccoli risultati: alzarmi dal letto, tirarmi su dalla sedia a rotelle, potere bere un bicchiere d’acqua». E infine: «Disabili non si nasce ma si diventa o potrebbe capitare a tutti. Abolire le barriere migliora la vita di tutti, anche della signora che deve passare con il passeggino».


Foto in copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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