I dubbi sulle regole anti Covid a scuola: «Con un positivo in classe si torna in Dad». L’idea delle «micro-bolle»

La richiesta dei presidi è quella di limitare l’isolamento ai contatti strettissimi di chi viene contagiato. Ma gli esperti sono scettici: troppo pericoloso

Torna l’incubo Dad, tornano gli studenti positivi al Covid nelle scuole, da nord a sud. Un centinaio sono al momento le classi già in didattica a distanza ma il rischio è che siano destinate ad aumentare, spiega il presidente di Anp Roma Mario Rusconi. Per questo motivo c’è già chi pensa a «micro bolle» per i ragazzi delle scuole, sul modello tedesco. In cosa consiste? Nel limitare l’isolamento ai contatti strettissimi di chi viene contagiato. Ma gli esperti sono scettici: potrebbe essere troppo pericoloso, lasciando soggetti potenzialmente contagiati e contagiosi liberi di diffondere ulteriormente il virus. Il Codacons, intanto, punta il dito contro il governo che, per l’anno scolastico appena cominciato, ha delegato ai genitori la misurazione della temperatura corporea degli studenti. Secondo il presidente dell’Associazione dei consumatori, Carlo Rienzi, è bene che siano le scuole a farlo. Per questo motivo sta preparando una formale diffida al ministero dell’Istruzione e agli uffici scolastici regionali. Sul piede di guerra anche il Comitato Priorità alla scuola che tornerà a mobilitarsi, in tutta Italia, il prossimo 20 settembre. Il comitato denuncia cattedre vacanti e personale Ata insufficiente.


Cosa non sta funzionando

Secondo Antonello Giannelli, che è il presidente dell’Associazione nazionale presidi, si rischia di tornare in Dad con un solo positivo per classe. Un disastro. «Un incremento degli studenti in Dad è inevitabile, basta un alunno positivo in aula», dice a QN. Il suo augurio è che, seguendo il modello tedesco, vengano messi in isolamento solo i contatti stretti, evitando di mandare intere classi in quarantena. «Dal punto di vista della didattica è auspicabile che vengano messi in quarantena meno alunni possibili per il minor tempo possibile», spiega. Anche perché l’apprendimento per metà in aula e per metà in dad diventa «difficile». Ma Giannelli ha anche altre richieste, ben precise: «Ci sono pochi bidelli per le operazioni di controllo degli accessi e di gestione dei corridoi, bisogna fare in modo che l’organico delle segreterie sia rapidamente portato al 100 per cento. In molte scuole manca personale e il preside si trova in difficoltà a far fronte a tutte le esigenze che in questo periodo sono maggiori rispetto al normale».


Foto in copertina: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

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