L’appello del Nobel Parisi al governo: «L’Italia non è un Paese accogliente per i ricercatori. Servono più fondi»

Il fisico in occasione della cerimonia alla Sapienza: «Tantissimi italiani vanno all’estero e pochi stranieri vengono qui. Spero in un cambiamento»

«In Italia abbiamo già visto un cambiamento verso la ricerca e spero che nella prossima finanziaria questo cambiamento venga in qualche modo implementato in maniera opportuna». L’appello del fisico Giorgio Parisi, nella cerimonia organizzata nell’Università Sapienza di Roma per l’assegnazione del Nobel per la Fisica, è forte e chiaro. Una richiesta al governo Draghi, un augurio che è stato accolto anche da un grande applauso. «L’obiettivo – ha concluso – è rendere l’Italia un Paese accogliente per i ricercatori, cosa che oggi non è: lo vediamo dai tantissimi italiani che vanno all’estero e dai pochi stranieri che vengono qui». Parisi è stato premiato per le sue ricerche sui sistemi fisici complessi. Presidente della classe di Scienze fisiche, matematiche e naturali all’Accademia dei Lincei, è ordinario di Fisica teorica all’Università la Sapienza di Roma e ricercatore associato dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare.


«Sono stato molto contento, hanno telefonato un po’ in anticipo e questo mi ha stupito perché mi dicevano che normalmente queste telefonate arrivano dopo le 11,00», ha detto il fisico all’Ansa. La telefonata da Stoccolma? «All’inizio ho avuto paura che fosse uno scherzo, ma poi è stato subito chiaro che non lo era. Sono stato contento anche della motivazione. La ricerca sui sistemi complessi è quella a cui ho dedicato più tempo e quella più originale. Ci sono cose che devi fare subito, altrimenti poi le fa qualcun altro, e altre in cui sei solo a lavorare in quel momento», ha spiegato.


Parisi: «Investire sulla ricerca vuol dire investire sui giovani»

Parisi ha cominciato a occuparsi della sua ricerca quasi per caso, confessa: «Ci sono arrivato un po’ per fortuna e un po’ per caso: stavo studiando problemi di fisica delle particelle elementari e mi è capitato di dover utilizzare una tecnica interessante, che avrei voluto studiare più in dettaglio. L’ho fatto e sono andato avanti in modo abbastanza veloce, ho visto cose interessanti su cui scavare e così ho cominciato a interessarmi ai sistemi complessi». «Uno dei vantaggi del Nobel – ha concluso – è che ti dà una platea per parlare con la gente, un maggiore impatto sul pubblico di quello che dici. Questo è estremamente importante per creare il futuro ed è importante che in Italia la ricerca sia finanziata sul serio. Spero che questo sia un buon momento per investire sulla ricerca perché questo significa investire sui giovani».

Foto in copertina: ANSA/FABIO FRUSTACI

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