Verso il decreto sulla capienza per stadi e cinema, senza l’ok della Lega. Speranza frena: discoteche restano al 35%

Le proteste di Salvini per la penalizzazione delle discoteche in questa nuova fase di riaperture non dovrebbero trovare sponda nel governo, che oggi darà il via libera a capienze più ampie per eventi sportivi e culturali

La capienza delle discoteche non andrà oltre il 35 per cento, almeno per ora. Oggi arriverà in Consiglio dei ministri il decreto che darà la possibilità a cinema, teatri, musei e stadi di aumentare gli ingressi, ancora contingentati per load pandemia di Coronavirus. Ma proprio perché la pandemia è tutt’altro che finita, il ministro della Salute Roberto Speranza sgombra il campo da possibili revisioni del governo sul parere del Comitato tecnico scientifico, che ha già fissato le quote delle capienze in rialzo, naturalmente con Green pass alla mano. «Non dimentichiamoci dove eravamo e dove siamo ora – ha detto Speranza a margine di un convegno del Fimmg a Villasimius – L’italia mesi fa aveva un numero di limitazioni enorme, oggi possiamo permetterci una serie di aperture e possibilità che prima erano lontane». Sul decreto però non è da escludere un altro strappo della Lega, dopo che lo stesso Matteo Salvini ha ripetuto quanto fosse: «una presa in giro» la limitazione imposta alle discoteche, rispetto a tutti gli altri contenitori culturali. Il decreto dovrebbe prevedere l’aumento della capienza per gli stadi e i luoghi all’aperto dal 50 al 75 per cento, per i palazzetti e luoghi chiusi dal 25 al 50 per cento, per cinema, teatri e sale da concerto al chiuso dal 50 all’80 per cento e per i musei una capienza illimitata. Sulle discoteche però non c’è ancora accordo nel governo, anche se per il prossimo futuro Speranza sembra possibilista a nuove aperture: «Continuiamo con gradualità in questo percorso. Non dobbiamo leggere ogni passaggio come la fotografia di un istante. E continuiamo a dire con forza che le libertà ottenute son merito di una campagna vaccinale straordinaria».


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