Lobby nera, Borghezio si smarca: «Terza Lega? Non parlavo di fascisti». Video in procura, Ciocca querela il Barone nero

«Ho parlato di “Terza Lega” ma non c’entra nulla con l’estrema destra, per me la “Terza Lega” è la base, i militanti, a loro mi riferivo», ha detto Borghezio commentando la seconda puntata dell’inchiesta di Fanpage sulla “lobby nera”

«Con l’estrema destra di Milano non ho contatti. Conosco Jonghi Lavarini da tempo, l’ho incontrato a Milano durante la campagna elettorale, mi ha solo dato un passaggio». Queste le parole di Mario Borghezio, già europarlamentare della Lega, commentando all’Adnkronos la seconda puntata della video inchiesta di Fanpage trasmessa ieri sera, come già accaduto con la prima puntata, da Piazzapulita, il programma tv di La7 condotto da Corrado Formigli. Secondo Fanpage, Borghezio, insieme al “barone nero” Roberto Jonghi Lavorini, si sarebbe impegnato a rafforzare l’anima neofascista della Lega. Parlando con Jonghi, ripreso da una telecamera nascosta, Borghezio parlava di una «nostra area», di una «terza Lega», di «un’autostrada» ora che Salvini si è avvicinato a Meloni. «È tutta un’invenzione», commenta lui. «Sì, ho parlato di terza Lega ma non c’entra nulla con l’estrema destra, per me la terza Lega è la base, i militanti, a loro mi riferivo», continua. E poi attacca Fanpage: «È molto grave che una testata faccia fare l’agente provocatore a un giornalista».


L’eurodeputato leghista, Angelo Ciocca, chiamato in causa dal servizio sulla “lobby nera”, già ieri aveva chiamato Piazzapulita annunciando di voler querelare il “barone nero”. Oggi, infatti, ha dato «mandato ai suoi legali di predisporre una denuncia nei confronti di Jonghi Lavarini in caso abbia commesso un reato utilizzando il mio nome», ha spiegato all’Ansa. «Ho anche dato mandato di predisporre denuncia nei confronti di chi abbia diffuso o diffonda false notizie su presunti comportamenti irregolari a me attribuiti danneggiando la mia immagine e la Lega». Ciocca sostiene che i suoi rapporti con Roberto Jonghi Lavarini siano «inesistenti». A riprova di quanto detto avrebbe prodotto un messaggio WhatsApp «che mi è stato inviato a fine 2020 da Jonghi Lavarini». «Non ci hai dato alcuna risposta concreta, alcun ruolo operativo e nessuno spazio politico: solo chiacchere e sorrisi – vi è scritto – E poi sei scomparso senza farti più sentire: ce ne ricorderemo al momento opportuno. Per ora possiamo solo mandarti a fare in c…! Roberto Jonghi Lavarini con Nordestra e Sinergie». «Il messaggio verrà inserito nella denuncia e dimostra i nostri non rapporti», ha concluso Ciocca.


La seconda puntata in procura

La procura di Milano ha disposto l’acquisizione, attraverso la Guardia di finanza, dell’intero girato con cui è stata realizzata la seconda puntata sulla “lobby nera”. L’indagine, intanto, prosegue con l’ascolto dei testimoni. Nel filmato, tra l’altro, si vede la consegna, il 30 settembre scorso, poco prima delle elezioni comunali, di un trolley a una persona, in teoria pieno di soldi, in pratica pieno di libri su Olocausto e Costituzione, come raccontato dai cronisti di Fanpage. Jonghi Lavarini, nel corso del servizio tv girato con telecamera nascosta, fa anche dei nomi di persone a cui dovrebbe andare il denaro ma Fanpage al momento li ha oscurati. Sarà la procura a dover far luce anche su questo passaggio: intanto si sta ragionando se si possano configurare reati per il caso della valigetta, un tema giuridico che vede al centro la figura del cosiddetto “agente provocatore”.

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