Come si vive senza Green pass? Ecco quello che si può fare e (soprattutto) non fare

Chi non ha la certificazione verde potrà lavorare in smart working (solo nel privato), fare sport all’aperto, andare in b&b e alberghi, viaggiare in auto o treni regionali e andare negli uffici pubblici. Tutto il resto è severamente proibito

Non avere il Green pass significa rinunciare a una parte della vita sociale. Niente cinema, mostre, musei, teatri, niente cene al ristorante al chiuso, niente viaggi, quindi niente treni ad alta velocità e aerei. E ancora: niente piscina, niente palestra. Una vita a metà, insomma. E dal 15 ottobre niente lavoro. Chi non avrà la certificazione verde anti-Covid, sia nel caso di lavoratori privati che pubblici, dovrà restare a casa. E, secondo le stime della struttura commissariale, gli italiani in età lavorativa senza vaccino sono 5,5 milioni (8,5 milioni quelli totali). Con l’inverno, tra l’altro, la situazione si aggraverà ancora di più: altro che pizza con la famiglia all’aperto, con l’arrivo del freddo l’unica soluzione sarà quella di un locale al chiuso, caldo, che però non potrà far accomodare clienti senza Green pass. Dura la vita di chi ha scelto di non vaccinarsi: in alternativa sarà possibile sottoporsi a un tampone ogni 48 ore. Solo così si potrà partecipare alla vita sociale, a patto di non essere positivi al virus.


Niente lavoro

Per quanto riguarda il Green pass sul posto di lavoro, questo sarà obbligatorio a partire dal 15 ottobre. Un provvedimento fortemente voluto dal ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta e che è valido non solo per i lavoratori pubblici ma anche per quelli privati. Con una sostanziale differenza. Se nel privato è possibile optare per lo smart working, nel pubblico no. Non si potrà godere di questo automatismo e dunque il lavoratore della pubblica amministrazione senza Green pass rischierà di perdere sia lo stipendio che i contributi. Senza se e ma. E se si presenterà comunque in ufficio – magari per protesta – rischierà una multa da 400 a 1.000 euro.


Niente viaggi

I No Green pass non potranno andare né al cinema né ai concerti né ai teatri né al ristorante al chiuso. Potranno, invece, alloggiare in un albergo, in una casa vacanza o nei b&b nei quali non è previsto, almeno per il momento, alcun obbligo di esibizione della certificazione verde anti-Covid. In queste strutture potranno anche pranzare o cenare nelle sale al chiuso ma non potranno andare in palestra o al centro benessere. Discorso a parte per i viaggi dove è già scattato l’obbligo di Green pass per prendere treni ad alta velocità, navi, bus interregionali e aerei. Chi non ha il Green pass sarà costretto ad optare per l’auto, il car sharing, il taxi, bus locali e treni regionali. Non potrà fare altro.

Niente sport e calcio allo stadio

Addio agli sport al chiuso, niente piscina o palestra per chi non ha il Green pass (in realtà è così già da un po’ di tempo). Al massimo sport all’aperto e comunque da soli. In alternativa, sarà possibile andare in bici, a fare una corsa o ad allenarsi al parco ma non si potrà accedere alle strutture al chiuso. Per gli amanti del calcio, ad esempio, niente partite allo stadio. Dovranno restare a casa a guardarle in tv. Vietato l’accesso senza Green pass a stadi e palazzetti dello sport. Non è richiesta, invece, l’esibizione della certificazione verde anti Covid negli uffici pubblici e negli studi privati, come nel caso di studi legali e commercialisti, ma anche nei supermercati, nelle farmacie, nei negozi e nei centri commerciali. Deroga anche per gli studenti nelle scuole: per loro niente certificato verde, per gli universitari sì. Gli unici esenti dal Green pass sono gli under 12 e i cittadini a cui non può essere somministrato il vaccino per motivi di salute comprovati.

Foto in copertina: ANSA/TINO ROMANO

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