Dl fisco approvato in Cdm: il governo si spacca sul rifinanziamento del reddito di cittadinanza

Polemiche da parte della Lega: «Hanno rifinanziato il reddito di cittadinanza levando risorse al reddito di emergenza, all’accesso anticipato al pensionamento per lavori faticosi e pesanti e ai congedi parentali»

Con due ore di ritardo, alle 13.10 del 15 ottobre è iniziato il Consiglio dei ministri che, all’ordine del giorno, aveva l’analisi del decreto fiscale, la riorganizzazione dell’avvocatura dello Stato, stanziamenti per la protezione civile e deliberazioni di carattere locale. Ma è sul primo punto, quello sulle misure urgenti in materia economica e fiscale, che si sono riaperte le spaccature che già la scorsa settimana si erano create nella maggioranza intorno alla riforma del fisco. Ed è la Lega, ancora una volta, ad alzare i toni della discussione all’interno dell’esecutivo. Persino il più governista del Carroccio, il ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, si è opposto con durezza all’interno del Cdm: «Beffardo usare i soldi di chi ha lavorato duramente per una misura simile», ha dichiarato durante la riunione a proposito del rifinanziamento del reddito di cittadinanza. Per la misura di sostegno, bandiera del Movimento 5 stelle, il governo ha previsto l’erogazione di altri 200 milioni di euro.


Il botta e risposta Lega-M5s

«Hanno rifinanziato il reddito di cittadinanza levando risorse al reddito di emergenza (90 milioni), all’accesso anticipato al pensionamento per lavori faticosi e pesanti (30 milioni), accesso al pensionamento dei lavoratori precoci (40 milioni) e ai congedi parentali (30 milioni)», denunciano fonti leghiste al termine del Cdm, durato un’ora e cinque minuti. Rapida la replica arrivata dal Movimento 5 stelle: «Come ha spiegato Franco a Giorgetti in Cdm, i fondi – per alcune misure e utilizzati per rifinanziare di 200 milioni il reddito di cittadinanza – erano stati sovrastimati. Dunque lo spostamento non incide in alcun modo sul loro funzionamento. Siamo disposti a spiegarlo alla Lega con un disegno». Sempre i grillini, attraverso le parole dei deputati Luca Sut e Giuseppe Chiazzese, esultano per un’altra misura simbolo contenuta nel decreto fiscale odierno: «Lo stanziamento di nuovi fondi nel decreto fiscale per incentivare l’acquisto delle auto elettriche è un segnale importante, che indica la direzione da percorrere per orientare la mobilità privata verso la sostenibilità».


Le novità (in sintesi) del decreto fiscale

Ampio spazio delle «misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili» è stato dedicato alla sicurezza sul lavoro. L’obiettivo, si legge nel comunicato di Palazzo Chigi, è quello di intervenire con «maggiore efficacia sulle imprese che non rispettano le misure di prevenzione o che utilizzano lavoratori in nero». A tal proposito, il provvedimento abbassa le soglie per adottare la sospensione dell’attività imprenditoriale, nel caso in cui nell’impresa vengano scoperti dei lavoratori in nero: si passa dal 20% del personale non regolare al 10%, senza aspettare alcuna recidiva per applicare la sospensione. Anche nell’eventualità di violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro, non occorrerà più attendere la reiterazione dell’illecito. Per riprendere l’attività dopo la sospensione immediata, il titolare dell’azienda dovrà ripristinare le regolari condizioni di lavoro e pagare un’ammenda. Il decreto estende, poi, le competenze di coordinamento dell’Ispettorato nazionale del lavoro negli ambiti della salute e della sicurezza.

Assunzioni

Previsti investimenti per aumentare l’organico di ispettori e per le tecnologie ad essi in uso: si parla di 1.024 unità da assumere che, insieme alle risorse per la strumentazione, portano a una spesa pubblica di 3,7 milioni di euro nel biennio 2022/2023. Anche l’arma dei carabinieri, per le attività di vigilanza sul lavoro, vedrà un incremento del personale di 90 unità. Il governo stanzia risorse per rafforzare, infine, il Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro – il Sinp – e la banca dati dell’Inail. Arrivando invece ai temi strettamente economici, il decreto fiscale prevede il differimento del versamento delle rate delle definizioni agevolate dei carichi affidati alla riscossione, i cosiddetti «rottamazione-ter» e «saldo e stralcio». Prolungato, inoltre a 150 giorni dalla notifica – rispetto ai precedenti 60 – il termine dell’adempimento spontaneo del pagamento di cartelle, senza che intervengano gli interessi di mora.

Prorogata la cassa integrazione

Per i piani di rateizzazione, già in essere prima dell’inizio del periodo di sospensione della riscossione, viene esteso da 10 a 18 il numero delle rate. Le altre norme, infine, prevedono il rifinanziamento dell’ecobonus per l’acquisto di auto elettriche, il fondo che equipara la quarantena per Covid-19 all’istituto del congedo dal lavoro per malattia e il congedo parentale per i lavoratori con figli minori di 14 anni a cui viene sospesa l’attività didattica a causa di misure legate al Coronavirus. Rinnovata la cassa integrazione speciale per la pandemia: un serbatoio di altre 13 settimane, fino al 31 dicembre, per consentire alle aziende in difficoltà di attingere all’ammortizzatore sociale per quei lavoratori che si vedono ridurre o sospendere l’attività lavorativa in seguito al peggioramento delle condizioni economiche aziendali. Esulando, invece, l’emergenza sanitaria, il decreto fiscale stanzia risorse per sostenere il reddito dei lavoratori di Alitalia, in amministrazione straordinaria. Infine, all’ultimo punto del provvedimento, compaiono i 200 milioni per il reddito di cittadinanza criticati dalla Lega.

Gli strascichi politici e la convocazione del Cdm sulla Manovra

Mentre da fonti di Palazzo Chigi si apprende che un nuovo Cdm dovrebbe essere convocato martedì 19 per discutere della legge di Bilancio 2022, continuano ad alimentarsi le polemiche tra i partiti di maggioranza sul rifinanziamento del reddito di cittadinanza. Mario Draghi ha ribadito che va migliorato, e gli ha fatto eco il segretario del Pd Enrico Letta: «Il reddito di cittadinanza va modificato e non cancellato, cioè va reso più funzionante per quanto riguarda la sua fondamentale missione, che è quella di aggredire le sacche di povertà che esistono nel nostro Paese, ma va completamente modificato e trasformato per l’altra missione che aveva, che era quella sul tema del lavoro, perché su quello non ha funzionato». Levata di scudi del presidente pentastellato, Giuseppe Conte, che ha attaccato i due principali leader del centrodestra: «Ogni giorno Salvini e Meloni si svegliano e lottano contro i sostegni dello Stato alle persone e alle famiglie in difficoltà economica. A ogni occasione – l’ultima il Consiglio dei Ministri di oggi – alcune forze anche di maggioranza si danno da fare per sabotarli. Si battono contro gli aiuti per chi è senza lavoro, per chi lo sta cercando o affonda nel precariato, senza percepire paghe dignitose».

Il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, durante il Cdm di oggi, avrebbe ricordato agli omologhi leghisti che «senza il reddito di cittadinanza” durante la pandemia “sarebbe esplosa la tensione sociale». Sul fronte 5 stelle, si è schierato persino il presidente della Camera, Roberto Fico, tra i 5 stelle meno rumorosi quando scoppiano le polemiche: «Il reddito di cittadinanza è una misura che ritengo assolutamente intoccabile, anche perché in questa fase e in questo periodo ha dimostrato davvero il suo valore». Più duro il capogruppo grillino alla Camera Davide Crippa, che ha tirato in causa anche Italia Viva e Forza Italia, complici a suo dire di Salvini. L’ex forzista Maurizio Lupi – oggi in Noi con l’Italia – ha dichiarato: «Il reddito di cittadinanza è una misura sbagliata e va cambiato: non possiamo più permetterci di continuare a sprecare risorse gettandole nel pozzo senza fondo dell’assistenzialismo». Se il deputato Pd Francesco Boccia ha definito quella della destra «un’avversione verso la giustizia sociale», è intervenuto direttamente il segretario del Carroccio, Salvini, ha spiegare la posizione del suo partito e dei suoi ministri: «Una cosa su cui dovremo intervenire l’anno prossimo è il tema del reddito di cittadinanza: garantirlo a chi non può lavorare è sacrosanto, ma il tema sono gli abusi che oramai sono quotidiani. Il reddito di cittadinanza – ha sostenuto – è tutto da rivedere, perché sono 8 miliardi di spesa, pensate con quella somma alle aziende quante assunzioni verrebbero permesse. È un tema su cui lavoreremo in parlamento».

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