Elettricità e gas, i nuovi rincari nelle bollette: +40% a Natale. E Draghi e Giorgetti pensano al nucleare

Dopo quelli tagliati dal governo arrivano nuovi aumenti per la fine dell’anno. Il tema sul tavolo dell’esecutivo e dell’Unione Europea

Nuovi rincari per elettricità e gas. Dopo quelli tagliati (in parte) dal governo Draghi, per la fine dell’anno si attende una crescita del prezzo dell’energia elettrica e del gas intorno al 40%. L’indicazione è contenuta nel documento presentato pochi giorni fa – in una audizione al Senato – dal presidente dell’Authority dell’elettricità e del gas Stefano Besseghini. A inizio 2022 «si presenterà una situazione analoga a quella dello scorso trimestre», quando gli aumenti sono stati del 45% per l’elettricità e del 31% per il gas. Ovvero quelli poi “contenuti” rispettivamente al 29,8% e del 14,4%. Grazie a un intervento straordinario del governo Draghi da 3 miliardi spalmati su tutte le bollette. Nei giorni scorsi Facile.it ha calcolato l’impatto dell’intervento dell’esecutivo su una famiglia media. I fondi, se concentrati nel primo trimestre del 2022 e solo sull’energia elettrica, potrebbero contribuire a calmierare la spesa della bolletta di poco meno di 10 euro al mese. Per un totale di circa 28 euro nel trimestre. Ma c’è di più. Le misure introdotte a inizio ottobre dal governo, intervenuto per cercare di contrastare gli incrementi azzerando gli oneri di sistema per il trimestre in corso e riducendo l’Iva sulle forniture del gas, saranno in vigore fino al 31 dicembre 2021.


Dal primo gennaio 2022, quindi, in assenza di ulteriori azioni specifiche, sulle bollette degli italiani torneranno a gravare gli oneri di sistema. Ai quali andrà a sommarsi il potenziale aumento del costo delle materie prime. Con il rischio di una stangata ancor più pesante rispetto a quella del 2021. Per questo, spiega oggi La Stampa, il premier Mario Draghi lavora ad aumentare le fonti di energia. Magari con l’aiuto dell’Unione Europea. Anche se molti paesi sono contrari per motivi geopolitici agli approvvigionamenti comuni per il gas. Uno di questi è la Germania, che ha una corsia preferenziale con la Russia. Il premier italiano, aggiunge il quotidiano, punta su obiettivi meno controversi, come l’autonomia degli stoccaggi: «Occorre un inventario delle riserve disponibili per proteggere in eguale misura tutti i Paesi europei». Per l’Italia, che è da sempre dipendente dalle forniture di gas, sarebbe un grosso risultato. Ma il premier apre anche uno spiraglio al nucleare cosiddetto «pulito». «Durante la riunione c’è stata una discussione anche su questo. Alcuni Paesi vogliono che il nucleare rientri fra le fonti di energia non inquinanti. La Commissione presenterà un atto in dicembre. Ci sono posizioni molto diverse e vediamo cosa dirà».


L’opzione nucleare

Anche il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti punta sull’atomo. Ne ha parlato a Washington, commentando la missione in Usa. «Il nostro Paese come altri dell’Unione Europea ha scelto la decarbonizzazione, quindi bisogna trovare alternative e il nucleare è un’ipotesi. Sappiamo che tutte le volte se ne parla si scatena la contraerea, ma è un tema che va trattato». Del tema ha parlato ieri anche la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. «Se esaminiamo l’aspetto di medio e lungo termine, lavoreremo su altre misure per aumentare la resilienza e l’indipendenza dell’Unione europea: vogliamo esplorare come stabilire una riserva strategica di gas, esplorare la possibilità di appalti comuni, intensificheremo l’outreach verso i diversi fornitori per diversificare le fonti di approvvigionamento e dobbiamo accelerare il lavoro sull’interconnessione», ha spiegato.

«In parallelo a tutto questo, valuteremo il funzionamento del mercato del gas e dell’elettricità oltre che del mercato Ets e riferiremo verso la fine dell’anno», ha aggiunto. «Questo mi porta al mix energetico del futuro: è ovvio che abbiamo bisogno di più energia rinnovabile e pulita. Se consideriamo il costo di produzione dell’energia rinnovabile, per il solare è dieci volte meno cara di dieci anni fa. L’energia eolica è volatile, però è del 50% meno cara di dieci anni fa. Quindi vi sono rinnovabili e sono fonti che abbiamo in casa. Accanto a questo abbiamo bisogno di una fonte stabile. Il nucleare per esempio, e durante la transizione anche del gas naturale. Come abbiamo già detto ad aprile, presenteremo la proposta sulla tassonomia tra breve», ha annunciato la leader dell’esecutivo Ue. «Nucleare e rinnovabili ci danno anche indipendenza», ha concluso.

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