Torino, uccise il compagno violento che la minacciava con un coltello alla gola: Silvia Rossetto assolta per legittima difesa

Il legale della donna dopo la sentenza: «Mi aspettavo questa sentenza, si è trattato di un mancato femminicidio»

È stata assolta anche dalla Corte di assise di appello Silvia Rossetto, la donna che il 2 settembre 2018 uccise a coltellate l’ex compagno Giuseppe Marcon nell’appartamento in cui vivevano a Nichelino, nel Torinese. Entrambi soffrivano di disturbi psicologici. L’uomo, nel corso di una lite, aveva picchiato la donna e le aveva puntato un coltello alla gola. Ma Rossetto reagì, chiedendo telefonicamente aiuto alla madre ed estraendo un coltello da un cassetto della cucina, colpendo a morte l’ex compagno violento. Inizialmente il pm Enzo Bucarelli aveva chiesto una condanna a 9 anni per omicidio volontario. Ma il giudice Stefano Vitelli, in primo grado, ha assolto la donna, riconoscendo «le condizioni psicopatologiche dell’imputata, acuite da ansia e angoscia dovute a un’aggressione in atto». La procura ha successivamente fatto ricorso in appello imputando alla donna il reato di eccesso colposo di legittima difesa. Ma anche in questo caso l’accusa è stata respinta dalla Corte e la donna è stata assolta. «Rossetto era già malata e per giunta in preda a un’ansia distruente, perché picchiata e minacciata con un coltello da un uomo ubriaco che le aveva già usato violenza in passato – spiega l’avvocato difensore della donna, Sergio Bersano -. Non è immaginabile che potesse valutare che, forse, il compagno non avrebbe affondato la lama», uccidendola. E dopo l’assoluzione anche in Appello, il legale della donna ha dichiarato: «Mi aspettavo la conferma dell’assoluzione, si è trattato di un mancato femminicidio». 


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