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Le proteste dei Paesi poveri, gli attivisti arrestati, il caos delegazioni: cosa è successo oggi alla Cop26

03 Novembre 2021 - 21:09 Giada Ferraglioni
Proseguono i lavori a Glasgow: il racconto del summit attraverso le immagini e i tweet più rappresentativi

I leader se ne vanno ma i lavori alla Cop16 di Glasgow proseguono. Il 3 novembre è stato il giorno della finanza, uno dei grandi temi del summit. La transizione ecologica ha bisogno di finanziamenti, e i vari Paesi – ma anche i settori privati – dovranno trovare un accordo entro la fine delle due settimane. A rialzare gli umori dei partecipanti al vertice ci ha pensato il primo ministro dell’India Narendra Modi, che nelle scorse ore ha annunciato di volere raggiungere le emissioni zero entro il 2070. L’India è il terzo nella classifica dei Paesi che emettono più Co2 (dopo Usa e Cina) e, secondo una ricerca dell’Università di Melbourne, i piani annunciati da Modi hanno fatto una notevole differenza nella stima della temperatura globale. Se i suoi impegni saranno rispettati, le temperature aumenterebbero probabilmente di circa 1,9°C rispetto ai livelli preindustriali. Un risultato peggiore rispetto agli 1,5 C° scritti negli accordi di Parigi, ma comunque migliore dell’ipotesi-limite dei 2 C°.

Il tweet del giorno

Dopo essere stata criticata – e censurata – per aver cantato un coro “sopra le righe” fuori dalla Cop («You can shove your climate crisis up your arse»), Greta Thunberg ha lanciato una provocazione su Twitter. «Sono felice di annunciare di aver deciso di raggiungere il net-zero sulle parolacce». Per poi aggiungere: «Ma solo entro il 2052, con un 39,78% di riduzione entro il 2034».

Il video del giorno

«Paura delle domande dei giovani?». Il ministro delle Finanze inglese Rishi Sunak è arrivato alla sede di Glasgow con una valigetta verde, simbolo dell’annunciato impegno green del mondo della finanza. Ma mentre percorreva la sua passerella per farsi fotografare dalla stampa, un’attivista di Youngo (l’organizzazione giovanile dell’Unfcc) gli ha chiesto come mai il Regno Unito non stesse più tassando le aziende dell’industria fossile. Rishi non le ha risposto e lei è stata allontanata.

Cosa è stato deciso finora

  • Accordo sullo stop alla deforestazione: i 114 Paesi nei quali si estende l’85% delle foreste globali hanno promesso di interrompere la pratica entro il 2030;
  • Accordo sul taglio delle emissioni di gas metano, 80 volte più impattante sull’ambiente della Co2: 105 Paesi si accordano per tagliarle del 30% entro il 2030. In Ue non firmano Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria, Lettonia, Lituania e Romania;
  • Impegno sui finanziamenti: Usa, Regno Unito, Francia, Germania e Unione europea stanziano 8,5 miliardi per la transizione ecologica del Sudafrica.

Cosa è successo oggi

Tra le polemiche per le delegazioni troppo numerose (solo Brasile, Turchia e Stati Uniti hanno in tutto 900 persone) e gli organizzatori costretti a scusarsi per il caos logistico, anche la quarta giornata di lavori si è compiuta. Per Alok Sharma, presidente della Conferenza delle parti, «il clima ora è nel mainstream della finanza», e l’obiettivo resta quello di attivare entro il 2022 il fondo di aiuto da 100 miliardi di dollari per i paesi in via di sviluppo. La Coalizione di banche e fondi per il clima (Gfanz) rappresenta complessivamente un capitale di 130 mila miliardi di dollari, cioè il 40% dei capitali finanziari del mondo. La posta in gioco è alta e i fondi potrebbero esserci. Ora tocca ai privati mantenere gli impegni e agli Stati mettere in campo le politiche adatte. Per Greta e gli altri attivisti, i grandi investitori sono anche tra i «cattivi del clima»: questi soldi, denunciano, saranno un pass per continuare a fare quello che vogliono.

I Paesi più poveri chiedono i fondi per la transizione

Pur contribuendo molto poco alle emissioni di Co2, i Paesi dell’Africa subsahariana stanno facendo i conti con gli effetti più devastanti della crisi. Il continente fa i conti con una povertà endemica, ma i Paesi ricchi continuano a fare pressione su quelli più poveri affinché riducano le emissioni. Elizabeth Wathuti, parte della delegazione del Kenya, ha tenuto un discorso in cui ha chiesto ai leader globali di «aprire i loro cuori». «Mentre siede seduti comodamente a questa conferenza di Glasgow, due milioni di miei concittadini kenioti stanno soffrendo la fame», ha detto. «Da due anni patiamo la siccità e probabilmente ci aspettano altri 12 mesi senza piogge» .

Cop & Cops

Credit: Fridays for future | Glasgow, 3 novembre 2021

Mentre dentro gli incontri andavano avanti, le forze dell’ordine di Glasgow hanno impedito a centinaia di manifestanti del movimento ambientalista Extinction Rebellion di dirigersi verso la zona rossa creata attorno alla sede. Mentre denunciavano il greenwashing e le false promesse pronunciate dai leader, la polizia scozzese ha arrestato due di loro. «Quante Cop (e quanti Cops) servono per fermare la crisi climatica?», hanno commentato gli attivisti di Fridays for Future.

Il video di Open

Immagine di copertina: Ben STANSALL / AFP

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