Il discorso di Aoc, altri soldi dalla Commissione Ue, stop alle diseguaglianze di genere: cosa è successo oggi alla Cop26

Sharma e Johnson sono pronti a dare un’accelerata sui negoziati: il racconto del summit punto per punto

Arriverà stasera, 9 novembre, la prima bozza di decisioni prese alla Cop26 di Glasgow dai paesi coinvolti. Ad annunciarlo è stato il presidente della Conferenza, Alok Sharma, che, data l’urgenza della materia, ha chiesto ai negoziatori di «fare presto». Domani allo Scottish Event Campus tornerà anche Boris Johnson, per incontrare i negoziatori e spingerli allo sprint finale verso il «compromesso audace» tra le parti, che «non sia al ribasso». Secondo l’inviato degli Stati Uniti per il clima John Kerry, i negoziati produrranno l’ambito accordo sulle regole di scambio delle emissioni. Una meta che rappresenterebbe una «grande vittoria» dopo oltre sei anni di «sforzi vani». La giornata di oggi, intanto, è andata avanti con discussioni dedicate alla scienza e soprattutto alle diseguaglianze di genere. Come denunciato soprattutto dalle attiviste indigene, le donne, le ragazze e le bambine sono tra le più colpite dalla crisi climatica. Nel frattempo è arrivata la notizia che l’Italia ha perso 3 posizioni e scivola al trentesimo posto nella classifica del Climate Change Performance Index 2022, che mette in fila i Paesi che fanno di più per l’ambiente.


Cosa è successo oggi

«America’s back». Dopo Barack Obama, gli Stati Uniti tornano al centro della scena allo Scottish Event Campus con Alexandria Ocasio Cortez. La deputata democratica ha oscurato con la sua presenza anche la speaker della Camera dei rappresentanti Nancy Pelosi. «Non è solo che siamo tornati sulla strada che gli Usa stavano perseguendo prima di Trump sul clima», ha detto nel suo intervento. «Direi che quello che abbiamo ora è un approccio diverso. Sappiamo di dover realizzare risultati per ottenere credito nella lotta ai cambiamenti climatici».


Tra le notizie principali di oggi c’è poi l’annuncio della Commissione europea di un finanziamento supplementare da 100 milioni di euro per il Fondo di adattamento ai cambiamenti climatici (Adaptation Fund), discusso in questa seconda settimana di Cop. L’Oms ha fatto sapere, inoltre, che oltre 47 Paesi si sono impegnati oggi a decarbonizzare il loro sistema sanitario e a renderlo resistente al cambiamento climatico.

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«Il cambiamento climatico fa male a tutti. Ma se ci sono gruppi con meno libertà e minori mezzi, questi vengono danneggiati di più. E le donne sono fra questi». Migliaia di attivisti sono arrivati a Glasgow per tenere alta l’attenzione sulle categorie più colpite dalla crisi nella giornata dedicata alle differenze di genere. In un video diffuso da Agisilaos Koulouris, attivista greco, si vede una donna indigena asciugare le lacrime di una manifestante dei Red Rebel.

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EPA/ROBERT PERRY

«Little Amal», la bambola gigante che ritrae una bambina siriana simbolo dei giovani rifugiati di tutto il mondo, è arrivata a Glasgow dopo aver percorso circa 8.000 chilometri attraverso l’Europa. Amal, alta 3,5 metri, è arrivata nel Regno Unito lo scorso 18 ottobre, e alla Cop26 ha aperto un evento sull’uguaglianza di genere nella lotta al clima. A causa dei cambiamenti climatici, alla fine del 2021 nel mondo ci saranno 435 milioni di ragazze e donne sotto la soglia di povertà. I dati sono della Ong WeWorld, pubblicati nel suo Index 2021.

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Una ricerca di ClimateActionTracker presentata oggi a Glasgow e pubblicata da diverse agenzie di stampa, dà l’ennesima cattiva notizia. Anche con i nuovi impegni di decarbonizzazione presi dagli stati alla Cop26, le emissioni di gas serra al 2030 saranno il doppio di quelle necessarie per restare entro 1,5 gradi di riscaldamento: l’aumento delle temperature al 2100 sarà di 2,4 gradi. L’analisi indipendente è stata svolta delle Ong tedesche Climate Analytics e NewClimate Institute, sostenute anche dal governo tedesco.

Cosa si è deciso finora

  • Nuovi fondi per l’Adaptation Fund: l’Ue si impegna con altri 100 milioni;
  • 4 miliardi di dollari saranno destinati all’agricoltura sostenibile: l’impegno è stato preso da 45 governi.
  • La Banca Mondiale stanzierà 25 miliardi di dollari all’anno per la transizione ecologica;
  • 130 produttori e 41 fornitori firmano la Carta dell’industria della moda per l’azione climatica: i brand si impegnano a dimezzare le loro emissioni al 2030 e arrivare a zero emissioni nette nel 2050. Si impegnano inoltre a eliminare l’uso del carbone entro il 2030;
  • Stop alla deforestazione: 134 Paesi promettono di interrompere la pratica entro il 2030;
  • Accordo sul taglio delle emissioni di gas metano: 105 Paesi si accordano per tagliarle del 30% entro il 2030. In Ue non firmano Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria, Lettonia, Lituania e Romania.
  • Impegno sui finanziamenti al Sudafrica: Usa, Regno Unito, Francia, Germania e Unione europea stanziano 8,5 miliardi per la transizione ecologica del Paese;
  • 40 Paesi si impegnano a uscire dal carbone. Non firmano l’accordo Australia, India, Cina e Stati Uniti.
  • Impegno sui finanziamenti al Sudafrica: Usa, Regno Unito, Francia, Germania e Unione europea stanziano 8,5 miliardi per la transizione ecologica del Paese;
  • Accordo contro i finanziamenti all’industria fossile: 25 Paesi, tra cui l’Italia, si impegnano a interrompere tutti i progetti da loro finanziati all’estero su combustibili fossili entro la fine del 2022;

Il video di Open

Immagine di copertina: EPA/VICKIE FLORES

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