Cop26, la bozza dei negoziati punto per punto e la storica intesa Usa-Cina contro la crisi climatica: cosa è successo oggi a Glasgow

Nel giorno dedicato ai trasporti sostenibili, tutti i fari sono puntati sul documento diffuso in nottata dal presidente della Cop26: il racconto dell’undicesima giornata del summit

È la giornata dei trasporti alla Cop26, ma per tutto il giorno non si è fatto che parlare della bozza dei negoziati. Sul sito della Conferenza il documento è stato pubblicata alle 5:48 di mattina: i colloqui tra i 200 Paesi sono andati avanti tutta la notte, a dimostrazione del fatto che sia Alok Sharma (presidente della Cop26) che Boris Johnson stanno facendo pressing sulle parti affinché si concluda qualcosa prima del 12 novembre. Il rischio che il summit si riveli un fallimento è dietro l’angolo, e i due cercano di correre ai ripari anche alla luce della copertura mediatica che sta ricevendo l’evento. Per non lasciare niente al caso, il premier britannico è tornato allo Scottish Event Campus di persona – stavolta in treno.


@BorisJohnson

Cosa dicono le prime bozze dei negoziati

Qualche progresso c’è, ma i risultati sono a ora deludenti. Tutti gli attivisti, gli analisti e diversi enti, da Oxfam a Geenpeace, hanno criticato la poca ambizione del documento diffuso prima dell’alba scozzese.


Dal profilo Twitter dell’Executive Director di Greenpeace International

Ecco, in tre punti, quali sono le parti fondamentali della bozza:

  • Benché venga ribadita la necessità di fare ogni sforzo possibile per non superare l’aumento di 1,5 gradi Celsius, e benché vengano riconosciuti esplicitamente i consigli dell’Ipcc, la Cop26 non fa passi avanti per ora rispetto a quella di Parigi del 2015. Il limite rimane fissato 2 gradi Celsius.
Fonte: Draft CMA decision proposed by the President
  • A conferma del fatto che il nodo del 2050 come data ultima per raggiungere le emissioni zero sia tutt’altro che condiviso, la bozza parla solamente del 2030. Tutti i 200 paesi coinvolti riconoscono che ci sia la necessità di ridurre i livelli di gas serra del 45% entro il 2030 e di arrivare al net-zero intorno alla «metà del secolo». Non si sa se sarà il 2050, il 2060 (come chiedono Cina e Russia) o il 2070 (come vuole l’India).
Fonte: Draft CMA decision proposed by the President
  • Per quanto riguarda i combustibili fossili – gas, petrolio, carbone -, l’unico riferimento al momento è al punto 37 del capitolo sulla Mitigazione. Benché si tratti di un esordio (non era mai successo prima che una fonte fossile venisse messa nero su bianco), resta comunque poco: l’unico dei big three a essere citato è il carbone, senza che però venga indicata una data entro il quale eliminarlo. L’unica apertura è l’appello a una «rimozione graduale» dei finanziamenti alle industrie fossili.
Fonte: Draft CMA decision proposed by the President
  • Nonostante gli annunci dei passati 10 giorni, nella bozza non si parla né di industria agroalimentare, né di metano.
  • Per quanto riguarda i fondi per l’adattamento, l’accordo ribadisce gli impegni presi a Parigi e mette nero su bianco i nuovi investimenti da 350 milioni di dollari per l’Adaptation Fund e da 413 milioni di dollari per il Least Developed Countries Fund.

Cosa è successo oggi

Si è parlato di trasporti a Glasgow. Ma solo di macchine, aerei e navi: su come implementare il trasporto alternativo (biciclette, trasporti pubblici e pedonali) c’è poco o niente in pentola. Le auto elettriche sono le star del momento, nonostante i materiali per le loro batterie abbiano poco di ecosostenibile. In ogni caso, l’Italia si tira fuori da entrambi i fronti: la notizia che arriva da Glasgow è che il nostro Paese non aderirà all’impegno assunto da altri Stati per un addio alle auto a carburanti fossili entro il 2035.

I nomi del giorno sono Sharma e Johnson, che hanno tenuto due conferenze stampa. Il presidente della Cop ha detto di star spingendo «very hard» affinché vengano aumentati i finanziamenti per l’adattamento per i Paesi più soggetti alla crisi climatica. «Ho ancora l’intenzione di chiudere la Conferenza alla fine di venerdì», ha detto. «Tutti devono fare compromessi».

L’intesa Usa-Cina

In serata Gli Stati Uniti e la Cina a sorpresa hanno annunciato una collaborazione per combattere la crisi climatica. L’inviato cinese per il clima, Xie Zhenhua e quello americano, John Kerry, hanno organizzato una conferenza stampa per presentare lo storico accordo e per annunciare alla platea di aver stretto un’alleanza per combattere un nemico comune: il cambiamento climatico. La portata della notizia ha investito subito di un’aria positiva la conferenza dell’Onu e ha rinvigorito le speranze relative al successo della Cop26. L’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura sotto un grado e mezzo rispetto ai livelli preindustriali, considerato dalla presidenza britannica il discrimine fra successo e fallimento, sembra ora più vicino.

I tweet del giorno

  • Alok Sharma annuncia la pubblicazione della bozza.
  • Trattare l’emergenza climatica al pari della crisi sanitaria mondiale. Oggi 14 attivisti, compresa Greta Thunberg, hanno lanciato una petizione da presentare a Antonio Guterres, il segretario generale delle Nazioni Unite, per esortarlo a fronteggiare la crisi climatica con la stessa risolutezza con cui finora si è affrontato il Covid.

Foto del giorno

EPA/ROBERT PERRY | Il premier britannico Boris Johnson all’arrivo alla conferenza COP26 a Glasgow, Scozia, 10 novembre 2021.

Johnson arriva a Glasgow per portare a casa il suo piano: rendere il Regno Unito il leader mondiale della transizione ecologica. Anche se non entrerà nella Beyond Oil and Gas Alliance, la nuova alleanza internazionale lanciata oggi alla Cop e che mira a porre fine ai nuovi progetti basati su petrolio e gas. A firmare sono per ora Danimarca e Costa Rica (che ne hanno la presidenza) con Svezia, Francia, Galles, Irlanda, Quebec, Groenlandia California e Nuova Zelanda.

Il video di Open

Immagine di copertina: EPA/ROBERT PERRY

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