Variante Omicron, Sileri: «Che arrivasse in Italia era solo questione di tempo. Più restrizioni sui viaggi». L’ipotesi del doppio tampone

A parlare è il sottosegretario alla Salute secondo cui, al momento, sulla nuova variante si sa poco o nulla. Non si sa, ad esempio, se viene rilevata dai tamponi antigenici e quanto, in effetti, possa essere pericolosa

Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, in un’intervista a La Stampa, invoca calma, sostenendo che, al momento, non bisogna cedere all’allarmismo per l’arrivo della variante Omicron in Italia (il primo paziente è un dipendente dell’Eni di Caserta che lavora in Mozambico). «Se tra i suoi contatti non ci fossero contagiati, non avremmo ripercussioni e non cambierà molto. Al contrario, in caso di altri contagiati sull’aereo e tra i 5 familiari con cui è tornato, sarebbe tutta un’altra questione», spiega. E, visto che l’uomo è già in isolamento, così come i suoi familiari, «il potenziale singolo focolaio controllato non determinerà comunque problemi», aggiunge. Adesso il vero problema è capire quanto i vaccini anti-Covid siano ancora efficaci contro la nuova variante. «Era ingenuo non pensare che questa variante non potesse arrivare in Italia, era solo questione di tempo», dichiara Sileri.


L’ipotesi del doppio tampone obbligatorio

«È presto per essere preoccupati. Potrebbe essere una variante che contagia di più ma che non elude i vaccini. In questo caso porterebbe solo la necessità di avere più vaccinati. Se, invece, li elude sarà un problema serio», chiarisce Sileri. I risultati dovrebbero arrivare «nel giro di una settimana». Nel caso in cui dovesse eludere i vaccini, «allora bisognerà aspettare 3 mesi per riprogrammare i vaccini». Intanto nelle prossime ore «valuteremo una strategia di contenimento a livello europeo. Fino a quando la presenza dell’Omicron era confinata a quelle regioni africane, la scelta giusta era bloccare i voli da quei Paesi. Ora, invece, servono decisioni comunitarie per nuove restrizioni».


Ad esempio l’obbligo di doppio tampone all’ingresso e di quarantena ma solo per chi viene dai Paesi in cui si registrano focolai. L’altro problema, infine, resta quello di capire se la variante possa essere riconosciuta dai tamponi antigenici. Al momento si sa che i molecolari la rilevano. Nient’altro. Con questa variante, tra l’altro, «si è persa la stagionalità del virus visto che in Sudafrica non è inverno», conclude Sileri.

Foto in copertina di repertorio: MAURIZIO BRAMBATTI/ANSA

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