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Alto Adige da lunedì in giallo. Lazio, Lombardia e Veneto a rischio per Natale

A comunicarlo è stato l'assessore alla sanità Thomas Widmann, evidenziando che ormai tutti i parametri indicano in questa direzione

Da lunedì 6 dicembre l’Alto Adige passerà ufficialmente in zona gialla. A comunicarlo è stato l’assessore alla sanità Thomas Widmann, evidenziando che ormai tutti i parametri indicano in questa direzione. Widmann ha ricordato anche che Bolzano nei giorni scorsi aveva già anticipato le misure da zona gialla, come l’obbligo di mascherina all’aperto e di Ffp2 sui mezzi pubblici, «e che per questo motivo per gli altoatesini cambierà poco». Per quanto riguarda il resto d’Italia le regioni che a Natale potrebbero seguire le orme dell’Alto Adige e quindi finire in gialla sono Lazio, Lombardia e Veneto. Sotto osservazione rimangono anche Marche, Valle d’Aosta,Liguria, l’Emilia-Romagna e Campania. La situazione di ricoveri e terapie intensive potrebbe ancora peggiorare, come ha fatto capire il virologo Fabrizio Pregliasco ieri su Radiouno: «Prima di Natale mi aspetto qualche zona gialla in più. Zone arancioni? Non vorrei esser troppo menagramo, certo nelle altre nazioni i contagi sono aumentati enormemente».

Lockdown a fine dicembre

Ma, come scrive oggi Il Messaggero, la zona arancione sembra più un pronostico che una certezza visto che i livelli di occupazione delle terapie intensive e dell’area medica sono ancora molto lontani e non è detto che la crescita prosegua proprio per effetto del lockdown di fine dicembre e del Super Green pass introdotto dal governo Draghi. I tre indicatori che portano una regione in zona gialla sono:

  • incidenza dei contagi ogni 100 mila abitanti uguale o superiore a 50 casi;
  • tasso di occupazione dei reparti ordinari dell’area medica negli ospedali che supera il 15%
  • tasso di occupazione delle terapie intensive al di sopra del 10%

Attualmente la crescita dei tre indicatori è visibile anche se non esponenziale. Il quotidiano spiega che il 29 ottobre scorso il Lazio aveva 48 pazienti in terapia intensiva e 370 in area medica; il Veneto ne aveva 30 e 166; la Lombardia 46 e 297. Un mese dopo la situazione è sensibilmente peggiorata: nel Lazio ci sono 97 pazienti in rianimazione e 735 in area medica; in Veneto sono 88 e 467; in Lombardia 99 e 817. Questo ritmo di crescita, se non frenerà, porterà in tre settimane queste regioni in zona gialla.

I dati Agenas

I dati dell’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) dicono che il Lazio è al 10% di occupazione delle terapie intensive e all’11% dell’area medica. Il Veneto è all’8% per entrambi gli indicatori, ma soltanto ieri ben 12 pazienti sono entrati in rianimazione. La Lombardia è rispettivamente al 6% e al 12%. «Stiamo vedendo una crescita dei nuovi casi giornalieri lineare, non esponenziale. In poco più di 5 settimane i casi sono quintuplicati, ma se guardiamo i pazienti ospedalizzati sono poco più che raddoppiati e le terapie intensive non sono neppure raddoppiate. L’impatto a livello ospedaliero viene ammortizzato dalla copertura vaccinale», ha detto ieri Nino Cartabellotta della fondazione Gimbe. Segnalando che «Non si vedono all’orizzonte altre Regioni che possano andare in tempi brevi in zona gialla».

Ma secondo il matematico Giovanni Sebastiani per quanto riguarda terapie intensive e ricoveri ordinari «il fatto che entrambi i valori debbano superare i limiti fa pensare che il passaggio di colore non avverrà prima di tre settimane». Ovvero proprio a ridosso del Natale. «Anche se – precisa ancora Sebastiani con il Messaggero – si vede come l’onda si stia spostando a est, scendendo lungo la costa adriatica, ma anche verso Bolzano, che confina con l’Austria». Trieste attualmente è la provincia con più casi ogni centomila abitanti: ben 657. La segue Bolzano con 515. Poi ci sono Gorizia, Forlì-Cesena, Rimini, Treviso, Padova, Venezia e Vicenza. Tutte città che si trovano a est.

La Lombardia, il Veneto, il Lazio

Ieri l’assessore alla sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato ha detto che il rischio di passare in zona gialla è pari a quello degli altri territori. Il presidente del Veneto Luca Zaia è stato più esplicito: «Siamo ancora in piena pandemia: la settimana prossima potremmo rischiare di passare in zona gialla e dobbiamo tutti essere più prudenti e assumere comportamenti virtuosi». Il Corriere della Sera ha pubblicato una previsione che riguarda la Lombardia in zona gialla entro due settimane. I dati li ha forniti il modello «Made», il sistema di monitoraggio elaborato dagli esperti dell’Associazione italiana di epidemiologia. La stima è che tra due settimane si possa arrivare sopra i 230 contagi ogni centomila abitanti (ieri la regione era a 135). E se un certo numero di contagiati arriva in ospedale, è abbastanza scontato che si superi anche la soglia del 15 per cento di occupazione dei posti letto nei reparti Covid ordinari degli ospedali. Non altrettanto facile che si oltrepassi il limite del 10 per cento di posti occupati in terapia intensiva.

Il caso Trieste

Intanto a Trieste c’è la zona gialla fino al 12 dicembre e il Super Green pass già in vigore. La città è stata il centro delle iniziative dei No vax a partire da ottobre. Oggi paga il suo tributo con le restrizioni e i contagi in crescita. «Rischiamo di diventare zona arancione o, ancora peggio, rossa – ha detto ieri il sindaco Roberto Dipiazza -. Quando saremo costretti a chiudere tutte le attività sotto Natale, forse i No Vax saranno contenti». Intanto però la città ha registrato oltre mille vaccinati in un giorno.

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