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Altro che quattro gatti, il Censis fotografa l’altra Italia, che dietro il Covid vede complotti e scienza usata dai poteri. E non solo

03 Dicembre 2021 - 09:58 David Puente
Il 31,4% crede che il vaccino sia ancora sperimentale e che i vaccinati siano cavie da laboratorio, oltre il 67% crede nel Deep state

Confrontando la situazione pandemica dell’anno 2020 con quello del 2021, possiamo tirare un sospiro di sollievo a livello sociale ed economico grazie alle scoperte scientifiche che ci hanno aiutato a fronteggiare il nuovo Coronavirus, in particolare i vaccini. «Si tratta di una vittoria della ragione, della umana facoltà razionale di risolvere i problemi» afferma il nuovo Rapporto annuale Censis sulla situazione sociale del Paese, dove però si evidenzia anche l’altro piatto della bilancia: quella fetta di popolazione satura dell’anti-scienza sostenuta dai No vax e negazionisti non è così minoritaria come qualcuno ipotizzava.

L’irrazionalità

«L’irrazionalità ha infiltrato il tessuto sociale», dichiara l’istituto di ricerca socio-economica italiano Censis. Basti pensare che il 67,1% degli italiani intervistati è convinto che esista uno «Stato profondo», il fantomatico «Deep state» mantra dei QAnon autori dell’assalto antidemocratico a Capitol Hill. Al secondo posto, dopo la teoria che vede «il potere reale concentrato nelle mani di un gruppo ristretto di potenti», il 64,4% crede che le grandi multinazionali siano le responsabili di quello che ci accade, mentre il 56,5% è convinto che esista «una casta mondiale di superpotenti che controlla tutto».

Un complottismo terreno fertile per l’anti-scienza. Il 31,4% degli intervistati è convinto che il vaccino anti Covid sia un farmaco sperimentale e che i vaccinati siano delle cavie, mentre un buon 10,9% ritiene che siano inutili e inefficaci. Secondo il report del Censis, il 5,9% («circa 3 milioni di persone») nega l’esistenza della Covid-19. In un periodo emergenziale avvelenato dall’infodemia e dalla disinformazione, non dovrebbe sorprendere che il 12,7% tragga come conclusione che «la scienza provochi più danni che benefici».

Una bufala ricorrente

Il report del Censis smentisce una bufala ricorrente, quella che vede i “creduloni” come persone completamente ignoranti e non scolarizzate. Il 24,4% di coloro che credono alla teoria dei vaccini sperimentali è laureato, mentre il 33,5% dichiara di aver ottenuto un diploma. L’11% dei laureati crede alla tecno-fobia del 5G, seguiti dal 7,7% di titolati che non crede nell’allunaggio.

Nel report viene illustrata una variante cospirazionista, considerata dal report «tendente alla paranoia», ispirata al cosiddetto «gran rimpiazzamento». Il 39,9% degli italiani sono convinti dell’esistenza di una sostituzione etnica «per interesse e volontà di presunte opache élite globaliste». Teorie che ricordano quelle antisemite dei Protocolli dei Savi di Sion e di un altro falso documentale, il fantomatico Piano Kalergi, che vedono una élite ebraica intenzionata a rimanere pura per controllare il mondo.

Il folclore

Le proposte razionali, secondo il report Censis, vengono «delegittimate a priori per i loro supposti intendimenti» volti a «favorire interessi segreti e inconfessabili» (così segreti che i complottisti sostengono di conoscere). Il 29,7% degli italiani non crede che il Pnrr cambierà il Paese, in quanto ritenuto «condizionato da lobby che volgeranno tutto a proprio beneficio». Seguono quelle teorie ritenute “folclore”. Il 19,9% degli italiani considera la tecnologia 5G uno «strumento molto sofisticato per controllare le menti delle persone», non è un caso se nel corso della pandemia qualcuno cercava vendere ai cittadini braccialetti anti Covid-19 e anti 5G al modico presso di 649 euro. Il 10% degli italiani, rispetto al 24,2% degli americani, non crede che l’uomo sia andato sulla Luna, una teoria del complotto particolarmente seguita da personaggi come Massimo Mazzucco e oggetto di continui scontri con lo storico debunker Paolo Attivissimo. Non poteva mancare la teoria della Terra piatta, con un 5,8% «precipitando così in un sorprendente rigurgito premoderno».

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