Riace, lo sfogo di Mimmo Lucano dopo le motivazioni della sentenza: «Perché tanta violenza contro di me?»

L’ex sindaco del comune calabrese: «Non mi spaventa la condanna, ma la delegittimazione morale della mia persona e del mio operato»

«La mia vicenda giudiziaria inizia con l’arrivo del nuovo prefetto di Reggio Calabria. Da subito il suo atteggiamento fu molto sospettoso: cercava di contrastare ciò che avevamo fatto fino ad allora a Riace». Domenico Lucano, ex sindaco del comune calabrese è intervenuto stasera, 18 dicembre, a Pisa, durante un’iniziativa della sinistra radicale Una città in comune. Ieri, 17 dicembre, il presidente del Tribunale di Locri ha depositato le motivazioni della sentenza che lo ha condannato a 13 anni e 2 mesi di carcere, nella quale si sottolineava una certa «furbizia» di Lucano nell’«arricchirsi» con la «scusa dell’accoglienza». «Il numero degli ospiti era diventato superiore a quello dei residenti e mi sono trovato dentro una mission decisamente più alta, anche sotto il profilo economico e del lavoro per la mia stessa comunità», ha detto oggi Lucano, tornando a scagliarsi contro il prefetto e le sue relazioni. Lucano si chiede il perché di una sentenza «così violenta». «Non mi spaventa la condanna, ma la delegittimazione morale della mia persona e del mio operato». L’ex sindaco ha dichiarato di «non rinnegare» quanto ha fatto con cosiddetto il modello Riace, la strategia d’accoglienza definita dallo stesso giudice «encomiabile». «Non sono disposto ad accettare alcun patteggiamento. Sono disposto a rischiare il carcere per difendere i miei ideali e la mia dignità».


Immagine di copertina: ANSA/Marco Costantino


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