Violenza domestica e stupro? Per la pm «il marito deve poter vincere minime resistenze»

Le incredibili motivazioni di una richiesta di archiviazione a Benevento della denuncia di una donna nei confronti del marito

«Non è certo che lui abbia capito che sua moglie non era consenziente». Le «ha messo un coltello alla gola? Anche se di cattivo gusto, era solo uno scherzo». Rapporti sessuali non consensuali? «Ma è comune negli uomini dover vincere quel minimo di resistenza che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, nella stanchezza delle incombenze quotidiane, tende a esercitare quando un marito» – che tra l’altro in questo caso «appare particolarmente amante della materia» – tenta un approccio sessuale. Frasi che possono suonare incredibili – per usare un eufemismo. Ma che sono davvero state scritte e lasciate nero su bianco in una richiesta di una pubblico ministero di archiviazione della denuncia di una moglie che sostiene di aver subito maltrattamenti in casa, anche davanti ai figli, da parte del marito.


La denuncia

Accade a Benevento, e a ricostruire la vicenda è oggi Il Fatto Quotidiano. I violenti atti sessuali denunciati dalla donna diventano, per la pm, «fatti carnali che devono essere ridimensionati nella loro portata», si legge, anche perché risalenti – è il ragionamento della magistrata – «in una fase del rapporto coniugale in cui ‘lei’ ha messo seriamente in discussione la relazione, meditando la separazione». Con buona pace di tutte le lotte contro il “se l’è cercata” e di tutti gli sforzi per contestualizzare i femminicidi con come fenomeno emergenziale, ma come problematica strutturale di una società dove l’uomo può percepire la donna come oggetto e proprietà e decidere di annientarla se quella donna sceglie di lasciarlo. «Attonito e perplesso» si definisce l’avvocato della donna, Michele Sarno, rispetto alle giustificazioni prodotte dalla pm.


Il coltello

Nella denuncia la donna cita alcuni episodi di violenza da parte del marito, avvenuti anche di fronte agli occhi dei figli e di altri e altre testimoni. Come quando una sera, a cena, durante il compleanno dei figli, al tg si racconta di uno dei tanti, troppi femminicidi che ogni giorno avvengono in Italia. Lui decide di afferrare il coltello con cui stava tagliando il pane e puntarlo alla gola della moglie. Aggiungendo che prima o poi il telegiornale avrebbe parlato anche di lui. Di fronte agli occhi della suocera e della cognata. «Cattivo gusto», dirà la pm, ma “si scherza”. Manca solo la parola «goliardia».

La violenza sessuale

Sul sesso senza consenso – leggi «stupro» – denunciato dalla donna, le vette toccate nella richiesta di archiviazione sono ancora più amaramente alte. La donna d’altro canto non ha descritto «espressioni di minaccia o di costrizione fisica, né abuso di autorità», si legge ancora nell’articolo di Vincenzo Bisbiglia e Valeria Pacelli. E poi erano atti sessuali compiuti in un periodo in cui la donna stava pensando al divorzio. «Non nutrendo più i sentimenti e la stima di un tempo nei confronti del marito, non era più incline a congiungersi con lui ma per motivi che ella stessa sostiene non avrebbe avuto il coraggio di esprimere», dice la pm. D’altro canto in quegli atti per la richiesta di archiviazione non vi è stata costrizione. Non è detto che il marito abbia capito il no. D’altro canto avrà detto no, ma perché un uomo dovrebbe pensare che quel «no» significa davvero «no» – è il ragionamento? Non è forse nelle cose «vincere quel minimo di resistenza» di ogni donna, in relazione da tempo, magari un po’ stanca, di fronte a un marito tra l’altro voglioso? Il ragionamento fila fino a far escludere anche, per la pm, la sussistenza di prove di percosse nei confronti dei figli. Si tratterà piuttosto di eccesso «nell’uso di mezzi di correzione», no?

In copertina ANSA | ‘Ogni tre giorni – If you were in my shoes’ è il titolo dell’opera di street art a Roma in via del Conservatorio realizzata da Laika, 25 novembre 2021.

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