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Perché anche quest’anno farete fatica a trovare una PlayStation 5 sotto l’albero

21 Dicembre 2021 - 18:14 Valerio Berra
La crisi dei chip, la siccità a Taiwan, l'aumento della domanda. Tutti i motivi per cui la popolare console è diventata uno degli oggetti più cercati dai gamer

«Non è possibile. Non ne è rimasta una in un tutta la rete dei nostri negozi. Al massimo può riprovare a metà gennaio». GameStop di Brugherio, provincia di Monza-Brianza. Stessa risposta se si cerca nei grandi rivenditori di tecnologia e così anche sugli store online. Su Amazon è sparito direttamente il tasto “Acquista”. Se pensate di salvare il Natale di un vostro parente con una PlayStation 5 siete completamente fuori strada. L’ultima console prodotta dalla Sony è ancora introvabile, anche se il primo modello è stato presentato nel novembre del 2020. Qualche esemplare, ancora sigillato, si trova su eBay ma i prezzi sono raddoppiati: qui la console costa fino a 800 euro anche se il prezzo consigliato per la vendita varia in base ai modelli tra 400 e i 500 euro.

La carenza di PlayStation è diventata leggendaria. Hazem Balousha e Ovier Holmes del Guardian sono andati a scovarla nella Striscia di Gaza, uno dei territori più poveri di tutta la Palestina dove vivono due milioni di persone. All’inizio le console arrivavano come materiale di contrabbando, poi il governo di Israele ha permesso l’importanzione. I prezzi sono parecchio alti, ma la disponibilità è ancora buona. Adham Masri, un venditore che lavora nel negozio Mobile Zone, ha spiegato al quotidiano britannico che riesce a vendere al massimo cinque al mese anche se la domanda «è limitata». Se non si vuole puntare alla Palestina, esistono gruppi Telegram che segnalano le nuove disponibilità: oggi per esempio sarebbero comparsi alcuni esemplari sulle piattaforme Amazon di Francia e Regno Unito.

Le ragioni della mancanza di console

SONY | La console agognata dai gamer

Non c’è un unico motivo per cui la produzione di Ps5 è stata così scarsa rispetto alla richiesta. Fra le ragioni c’è sicuramente la crisi dei chip. Tutto è partito con il Coronavirus. Il lockdown in cui sono entrati molti Paesi ha prodotto due effetti. Da una parte, sono aumentate le richieste di dispositivi digitali, basti pensare che ancora nel primo trimestre del 2021 le vendite a livello mondiale dei pc sono aumentati del 35,7 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Dall’altra parte, il blocco a singhiozzo della produzione e della logistica per evitare nuovi contagi ha portato a un veloce esaurimento delle scorte. Questo è successo soprattutto nel mercato delle automobili che ha trascinato in un effetto a catena anche altri settori vicini alla tecnologia.

Il Covid però non è stata la sola causa ambientale ad aver influito su questo mercato. Taiwan è il più grande produttore di chip al mondo: stando a diversi report, rappresenta circa il 60 per cento del mercato mondiale. L’azienda più importante sull’isola è la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TMSC) che praticamente ha il monopolio su tutta la produzione. La scorsa estate tutto questo territorio è stato colpito dalla peggiore siccità degli ultimi 50 anni, un fattore non irrilevante visto che l’industria di chip qui è fiorita proprio grazie alle abbondanti riserve di acqua presenti sul territorio.

Nel giugno del 2021 l’analista Mu Huang della JK Capital Management spiegava che la crisi dell’acqua preoccupava talmente tanto il governo che ha preferito dirottare le risorse idriche nell’industria dei chip invece che sull’agricoltura o sui bisogni della popolazione: «Con questa storica siccità, il governo di Taiwan ha deciso di interrompere l’irrigazione di decine di migliaia di acri di terreno agricolo, al fine di dare priorità alla preziosa fornitura di acqua per la sua industria più importante, i semiconduttori. In alcune città, il governo ha persino iniziato a razionare l’uso dell’acqua sospendendo le forniture per due giorni alla settimana”».

Oltre 10 milioni di dispositivi venduti

Tutta questa penuria di disponibilità ha alzato ancora di più l’attenzione sulla PlayStation. Dal giorno del lancio al settembre 2021 Sony aveva venduto 10,1 milioni di modelli di PlayStation 5, un numero che conta sia le copie della versione normale che di quella digital in cui sparisce il lettore per i cd. Un buon risultato, anche se stiamo parlando di briciole se confrontiamo i dati di vendita del passato: PlayStation 2 detiene il record di console più venduta nella storia dei videogiochi con 157,7 milioni di copie vendute, sotto troviamo il Nintendo Ds con 154 milioni di dispositivi e il Game Boy con 118,6 milioni.

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